RED. – Sentinelle ambientali: è questo il nuovo status che la Regione Campania, in sede di approvazione del calendario venatorio 2016/2017, ha attribuito a chi esercita la nobile arte della caccia.
La Giunta regionale della Campania, su proposta del governatore De Luca, ha approvato il calendario venatorio della prossima stagione. In esso vengono indicate le specie ammesse e i relativi periodi di caccia. L’inizio è fissato per la terza domenica di settembre (anticipato al 1° settembre, nella modalità dell’appostamento temporaneo, per la tortora, la gazza e la ghiandaia). La stagione venatoria si chiuderà il 30 gennaio 2017 (termine prorogato al 9 febbraio per due specie: colombaccio e cornacchia grigia).
Come detto, all’interno del provvedimento è previsto anche un nuovo status (che è anche una nuova responsabilità) per i cacciatori, quello di sentinelle ambientali. Si tratta evidentemente di un modo che tende a favorire la difesa del territorio da parte di chi il territorio lo conosce palmo a palmo. La decisione dell’ente regionale porta alla soddisfazione di Coldiretti. “Il nuovo ruolo di sentinelle ambientali – afferma infatti Gennarino Masiello, presidente di Coldiretti Campania – offre un’opportunità in più per la difesa del territorio, giacché si aggiungono funzioni utili a chi lo conosce bene”.
“Mi riferisco – prosegue Masiello – all’avvistamento e alla prevenzione degli incendi boschivi, alla segnalazione di fenomeni di dissesto idrogeologico e di rischio di frane, all’identificazione e alla manutenzione di sentieri montani. I cacciatori-sentinelle potranno così offrire un servizio utile alle comunità e al mondo agricolo. La tutela del paesaggio e della biodiversità rappresenta la premessa indispensabile per aggiungere valore alle nostre produzioni agroalimentari”.
“Tra le principali novità – aggiunge Salvatore Loffreda, direttore di Coldiretti Campania – anche l’aumento del numero di battute, con la terza giornata di caccia per il cinghiale. Il periodo individuato va dal 1° al 31 ottobre e riguarda il sabato. Una misura che va verso il contenimento della popolazione degli ungulati, una vera e propria piaga in tutto l’Appennino campano (come abbiamo riportato nei giorni corsi: leggi qui, ndr). L’eccessiva presenza dei cinghiali e l’avvicinamento progressivo ai centri abitati rappresenta un problema serio per la sicurezza dei cittadini e per le imprese agricole”.