Airola, disservizio idrico: la vibrante protesta di un cittadino

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AIROLA – Con una nota stampa Mario Tirino, cittadino di Airola, esprime il proprio disappunto per i disservizi idrici che si stanno verificando nel comune caudino.

“Oggi sabato 4 luglio siamo al terzo giorno consecutivo in cui un’ampia fascia del territorio airolano non è coperto dal servizio di fornitura idrica. Dalle risicatissime informazioni rinvenibili, la giustificazione ufficiale dell’Alto Calore, il gestore del servizio, è che sono stati rubati fili di rame necessari al sollevamento delle pompe nell’impianto del Fizzo. Sarebbe la seconda volta in pochi giorni. Per completare la beffa, proprio in questi giorni, sono giunte nelle abitazioni dei cittadini di Airola le bollette per la – a questo punto “presunta” – fornitura idrica dei mesi di luglio, agosto e settembre 2015.

Eppure l’assenza idrica non è il peggio. Il peggio è l’assenza delle istituzioni, il totale abbandono a se stessi in cui sono precipitati cittadini che pagano regolarmente le tasse e contribuiscono ad un servizio – quello idrico – il cui costo è inversamente proporzionale alla qualità.

Nessuna informazione è stata fornita dall’Alto Calore che, oltre a negare l’acqua, nega ogni chiarimento sull’accaduto, visto che ai due numeri evidenziati sul sito web dell’ente appositamente per la segnalazione dei guasti (08257941, 3486928956) nella mattinata odierna nessuno forniva risposta.

Altrettanto grave e censurabile il comportamento istituzionale dell’Amministrazione Comunale. Non un manifesto, non un’automobile in giro per il paese, non un servizio di emergenza con autobotti, soprattutto per quei quartieri comunali completamente privi per l’intera giornata dell’acqua – un flebile flusso notturno, sempre più risicato per durata e quantità, è stato “generosamente” assicurato. Nessuna informazione è stata fornita agli airolani, nessun provvedimento è stato adottato per rimediare tempestivamente all’emergenza.

Nonostante la chiara sofferenza che la cittadinanza vive – resa più intollerabile dal picco di calore previsto proprio dal 2 all’8 luglio – anche i Vigili Urbani ai tre recapiti telefonici disponibili sul sito istituzionale della Città di Airola (0823 711678, 0823 711844, 0823-711761).

Eppure sulla stessa Home campeggia in bella vista un’altra beffarda news, inerente una “MANIFESTAZIONE DI INTERESSE PER LA REALIZZAZIONE E GESTIONE DI UN EROGATORE PUBBLICO DI ACQUA MICROFILTRATA NATURALE E GASATA SU SUOLO PUBBLICO”.

Aprire una casa dell’acqua nel paese senz’acqua: sarebbe geniale, se non fosse così inopportuno questo tempismo.

Nessuna parola è stata ancora pronunciata ufficialmente dal primo cittadino, Michele Napoletano, pure molto prodigo di dichiarazioni alla stampa quando si è trattato di promuovere le iniziative dell’Amministrazione, dalle tante e non sempre utili rotonde, all’apertura del Baby Park alla compiaciuta rivendicazione del primo posto quale comune riciclone campano (in realtà solo nella fascia, non si sa quanto numerosa, di enti tra le 5 e le 10mila anime).

La mancanza d’acqua non è una novità per i cittadini airolani, cui il Comune riserva un’attenzione e gli altri Enti coinvolti destinano un’attenzione praticamente nulla. Da anni si denunciano situazioni di totale assenza del servizio da maggio ad ottobre in zone del paese come via Profica. E nessuno si è mosso per risolvere il disservizio. Inoltre, nel periodo estivo, la pressione cala vertiginosamente, costringendo i cittadini ad attendere la notte per una doccia o un bagno.

Oggi pare chiaro che non solo nessuno si sia interessato ad allievare l’estremo disagio della popolazione, ma che addirittura questo disagio è peggiorato nell’ignavia generale.

Credo che il livello della tolleranza degli airolani è al massimo. Sarebbe opportuno che la Procura della Repubblica, la Magistratura, la Prefettura di Benevento e le forze dell’ordine raccogliessero le informazioni necessarie a verificare se sussista il reato di interruzione di servizio pubblico essenziale. Anche se è molto triste che, in questo Paese, persino il diritto a godere di un bene primario come l’acqua debba essere riconosciuto con le carte bollate. Se ci negano l’acqua con tanta nonchalance, possiamo solo ipotizzare quale strazio chi ci governa e chi è profumatamente pagato per offrire servizi pubblici possano operare dei beni meno al centro dell’attenzione”.