Altrabenevento al ‘San Pio’: “Preoccupante la mancanza di comunicazioni ufficiali su casi”

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“Dopo il nostro comunicato di ieri sui 126 tamponi ai medici e agli operatori sanitari dell’ospedale San Pio a rischio di contaminazione da coronavirus, il direttore generale dell’azienda ospedaliera ha inviato un lungo comunicato che non chiarisce nulla. Il dott. Ferrante infatti dopo aver ricordato come sono effettuati i servizi di emergenza, – scrive Sandra Sandrucci di Altrabeneventosi limita a dire che i casi accertati  con patologia da coronavirus in provincia di Benevento sono 5, quindi uno in più rispetto a ieri. Non aggiunge altro il manager mentre dalle solite indiscrezioni a mezzo stampa si apprende che il nuovo contagiato è proprio un medico dell’ospedale che ha avuto contatti con i due pazienti di Ariano Irpino ricoverati a Benevento.

Il direttore del San Pio – aggiunge la nota – non comunica neppure che un operatore sanitario del Pronto soccorso dello stesso ospedale, che abita a Benevento, è stato collocato in quarantena dalla ASL perché ha avuto contatti con un altro contagiato.

La mancanza di comunicazioni ufficiali su questi casi è veramente preoccupante perchè il contrasto efficace al coronavirus riguarda soprattutto i casi a rischio per contatti avvenuti nei luoghi dove sono stati accertati casi di contagio.

Alle persone arrivate dalla Lombardia a Benevento è stata imposta la quarantena (addirittura telefonando a casa dei cittadini per chiedere di segnalare i casi sospetti) ma non si fa altrettanto per quelli che hanno frequentato abitanti di Ariano Irpino.

Dopo il primo caso di contagio all’ospedale di Ariano Irpino, è stato chiuso il reparto di pronto soccorso, al San Pio di Benevento, invece, dopo due casi di contagio di cittadini arianesi ricoverati, non sono stati posti in quarantena i medici e gli infermieri che hanno avuto i contatti”.

E conclude: “le autorità locali e la Regione Campania devono comunicare dati ufficiali sui contagi e sui numeri di tamponi effettuati e mettere in quarantena i soggetti che hanno avuto rapporti con il medico risultato positivo al test”.