Ai figli il solo cognome materno: Strasburgo impone il diritto anche in Italia

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STRASBURGO – Una grande vittoria per le madri italiane è stata proclamata ieri, martedì 7 gennaio, con il provvedimento della Corte europea dei diritti dell’uomo, che a Strasburgo ha condannato il nostro Paese per aver negato a una coppia di coniugi milanesi la possibilità di attribuire alla propria figlia il solo cognome materno. Con la sua disposizione la Corte di Strasburgo ha, dunque, stabilito l’estensione di tale diritto anche ai genitori italiani, fino ad oggi soggetti a una legge patriarcale che ha impedito la continuità del cognome della madre, diversamente dal resto d’Europa.

A richiedere l’intervento della Corte di Strasburgo sono stati i genitori di Maddalena che hanno intrapreso, a partire dal 1999, una lunga battaglia contro lo Stato italiano per vedere riconosciuto questo loro diritto. La decisione dei coniugi di iscrivere la loro piccola nei registri dell’anagrafe con il cognome della madre, ha aperto un vero e proprio caso internazionale. Ai numerosi rifiuti della giustizia italiana, che si sono susseguiti nel corso dei 15 anni trascorsi, la Corte europea dei diritti dell’uomo si schiera oggi a favore della richiesta della coppia. I giudici della Corte hanno, infatti, condannato il nostro Paese per aver violato nei loro confronti il diritto di non discriminazione tra i coniugi insieme a quello al rispetto della vita familiare e privata. Nella sentenza, definitiva nell’arco di tre mesi, i giudici sottolineano, inoltre, l’insufficienza del decreto del 2012, che offre l’opportunità di aggiungere la denominazione materna a quella paterna, senza però la sua sostituzione, e ammoniscono le autorità italiane ad adottare riforme legislative o di altra natura per rimediare alla violazione riscontrata.