Smaltimento illecito di rifiuti, in manette il patron di Foreste Molisane

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GIOIA SANNITICA (BN) – L’imprenditore Giuseppe Gravante, patron del famoso marchio “Foreste Molisane”, è finito agli arresti domiciliari.

L’accusa è quella di aver costretto i propri dipendenti, sotto la minaccia di licenziamento, a sversare rifiuti zootecnici nel fiume Volturno. Inoltre Gravante avrebbe sotterrato una non meglo determinata quantità di rifiuti nei terreni della propria azienda agricola.

Secondo quanto riferito dalla Procura, nel fiume Volturno sarebbero stati sversati acque di lavaggio delle stalle e delle sale di mungitura, addizionate a prodotti detergenti e acidi “di notevole intensità”. L’avvio delle indagini è partito in seguito alla denuncia di un ex dipendente che ha raccontato agli inquirenti di aver preso parte alle operazioni di sversamento illecito.

Nel racconto dell’ex dipendente si evince che l’attività di smaltimento, protrattasi dal 1994 fino a qualche mese fa, avveniva di sera o di notte, per eludere controlli, approfittando anche dei momenti in cui le acque del fiume fossero state rese limacciose dalle acque piovane. I racconti dell’ex dipendente hanno fatto sì che anche altri ex operai raccontassero di procedure illecite: “Per avere un’idea della gravita dell’inquinamento arrecato dagli sversamenti illeciti nel fiume Volturno – ha sottolineato il pm Capasso, titolare dell’inchiesta presso la procura di Santa Maria Capua Vetere –  basti pensare che un allevamento bovino come quello in oggetto, della consistenza di tremila/tremilacinquecento capi, rilascia un carico organico specifico pari a quello di una città di circa 24mila persone”.

Nel racconto di un altro dipendente si evince che spesso “il reso delle bottiglie veniva nuovamente distribuito per la produzione in corso e mischiato al latte fresco”. Quindi, in molto del latte commercializzato, vi era una mistura di latte fresco e latte scaduto. 

Da quanto riferito dal Pm Capasso, il proprietario di “Foreste Molisane” ed ex proprietario di “Latte Matese”, gestiva la propria azienda con l’unica ed esclusiva logica del profitto ad ogni costo. Per far ciò non si curava dello smaltimento dei rifiuti, dell’impatto ambientale e, evidentemente, anche della salute dei consumatori.