Lacedonia, la storia rivive in “1801 passaggi”: il connubio tra Mavi e LaPilart

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LACEDONIA – Un progetto e un concorso fotografico strettamente connessi tra loro e che vedranno la luce nel prossimo mese di agosto.

“1801 passaggi” è il titolo della creatura nata dalla collaborazione tra MAVI (Museo Antropologico Visivo Irpino) e LaPilart, associazione di promozione sociale. Se n’è discusso già nei giorni scorsi quando, alla presenza dei rappresentanti dei due soggetti, del sindaco di Lacedonia, Antonio Di Conza, dell’antropologa Annalisa Cervone, dell’antropologo visivo Aldo Colucciello, del giornalista Leandro Pisano e del video maker Michele Citoni, sono state definite e linee principali di entrambe le iniziative (leggi qui il bando del concorso).

Un nome, quello dell’evento, che ha la sua spiegazione nel sodalizio tra Mavi e LaPilart, in un connubio ispirato alle 1801 fotografie realizzate nel 1957 da Frank Cancian (in alto, una di esse), professore emerito di Antropologia all’Università di Irvine, in California. In quell’anno, ancora studente, grazie a una borsa di studio, Cancian soggiornò a Lacedonia per circa sette mesi con lo scopo di capire e di raccontare la quotidianità di quegli anni. “1801” sarà dunque un percorso/confronto tra passato e futuro per l’allestimento di un museo in divenire che documenti l’evoluzione umana, coniugando antropologia e fotografia. L’originalità del lavoro del professore risiede nell’aver sviluppato uno studio scientifico di una popolazione contadina, quale quella lacedoniese degli anni ’50, colta e immortalata in tutta la sua umanità e interezza. Non semplici scatti, dunque, ma affreschi di una società lontana e poco conosciuta.

Una fase della riunione
Una fase della riunione

A partire da ciò, considerato l’elevato valore umanistico—culturale dell’opera del professore, si sono aperti i lavori per “1801”, per affiancare alla creazione di un archivio fotografico dei suoi scatti un concorso-mostra con il nome di “Un paese italiano 2017”. Venti le foto selezionate dal professore che tutti i partecipanti dovranno visionare e a partire dalle quali sviluppare uno studio nelle abitudini e nella quotidianità di un paese italiano del 2017, con la presentazione di proprie fotografie.

Nel corso della tavola rotonda si sono dunque definite le basi per il futuro, con l’obiettivo di realizzare un vero e proprio gruppo di lavoro, un team di esperti di vari settori, che collaborino con forte interesse ed entusiasmo per arricchire negli anni l’opera antropologica realizzata da Cancian nel ’57.