Lampedusa, s’incendia una barca di immigrati: si contano oltre ottanta morti

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LAMPEDUSA (AG) – Nuovo dramma dell’immigrazione nelle acqua al largo di Lampedusa, primo approdo per i disperati che fuggono dalle coste dell’Africa e del Medioriente. Sono ad ora ben ottanta le vittime dell’ennesima traversata della disperazione, e si contano altri 250 dispersi.

Un barcone con almeno cinquecento immigrati, infatti, è naufragato a circa mezzo miglio dall’isola dei Conigli. Il sindaco di Lampedusa, Giuseppina Maria Nicolini, ha affermato che vi sarebbero almeno dieci vittime. La Guardia Costiera, dopo l’allarme lanciato da due pescherecci che transitavano nelle vicinanze, ha iniziato le operazioni di soccorso, recuperando finora dieci corpi in mare, tra cui quello di una donna incinta. In acqua, tuttavia, stando ad alcune testimonianze, vi sarebbero ancora un centinaio di immigrati. Le ultime notizie, tuttavia, raccontano, di un bilancio ben più grave e davvero catastrofico: ottanta morti. Tra coloro che avevano intrapreso il viaggio vi erano anche tre donne incinte e due bambini, di cui uno di appena due mesi. Il barcone, stando alla prime testimonianze, si sarebbe incendiato e rovesciato. L’incendio sarebbe divampato a seguito di fuochi che chi occupava la barca aveva acceso per segnalare la propria presenza, dal comando che i telefonini non avevano segnale.

Il Centro di permanenza temporanea dell’isola è a dir poco al collasso. Oltre a coloro che sono stati salvati dal naufragio, infatti, vi sono altri 463 immigrati arrivati poco prima. A questi vanno aggiunti gli oltre settecento che già sono ospitati. Il primo cittadino Nicolini, sfiduciata e scossa dalla nuova strage che ha visto la sua isola teatro di morte, lancia l’allarme: “Basta! E’ un orrore continuo! Cosa aspettiamo oltre tutto questo?!”.