Legge di stabilità, sciopero dei sindacati. Letta: Stabilire chi comanda

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ROMA – Si sono presi il fine settimana per analizzare bene il testo della Legge di stabilità (che intanto Roma ha inviato a Bruxelles), e stamattina hanno chiamato alla mobilitazione.

In una conferenza stampa congiunta, i segretari di Cgil, Cisl e Uil (Camusso, Bonanni e Angeletti) hano comunicato la decisione di mettere in campo quattro ore di sciopero, fino a metà novembre, con manifestazioni territoriali. Inoltre, appronteranno una piattaforma programmatica con proposte in merito alla modifica della legge. A spingere verso la decisione di uno sciopero soprattutto Susanna Camusso, segretario generale Cgil, che ha spiegato come i termini della legge vadano modificati tenendo presente in particolare il fatto che “il 2013 dovrebbe essere l’ultimo anno di recessione. Va stimolata la domanda interna, senza la quale è impossibile immaginare una ripresa”.

“Si tratta di una legge che condanna l’Italia alla stagnazione”, hanno affermato in coro i segretari dei sindacati confederati. Il numero uno di COnfindustria, Giorgio Squinzi, è stato altrettanto duro, denunciando nei giorni scorsi una mancanza di coraggio: “Ora – ha tuonato – in Parlamento non si facciano porcate”. La replica di Letta non si è fatta attendere: “Bisogna saper dire dei no e stabilire delle gerarchie, cioè chi comanda. Solo in questo modo, cioè sciogliendo il meccanismo alla radice, si portano a casa i risultati”.

I più grandi partiti di maggioranza iniziano a far sentire la propria voce. Guglielmo Epifani, segretario del Partito democratico, avverte di “evitare la somma delle richieste e l’inconcludenza dei risultati e scegliere le cose che fanno bene al Paese. Noi dobbiamo fare esattamente il contrario: selezionare le richieste e i miglioramenti”. Dall’altro lato, invece, Renato Brunetta, capogruppo del Pdl a Montecitorio, si concentra sul fatto che “nessuno ancora sa quale sia il testo definitivo, perché deve ancora arrivare alle Camere. E’ indecente”, conclude.