L’OPINIONE | Progetto Pilota, L’Irpinia ha l’occasione per ripensarsi

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di Claudio Mazzone* 

Il Progetto Pilota ha assunto, fin dalla sua gestazione, un valore importante perché rappresenta uno stimolo per l’intera Alta Irpinia a ripensare non solo l’organizzazione dei servizi dei tre ambiti del progetto – sanità, mobilità e istruzione -, ma ripensare se stessa come comunità.

Mettere insieme 25 comuni, far confrontare 25 sindaci ognuno con la sua solitudine e con il suo campanile, cercare di coinvolgere una serie di soggetti di base che sembrano sempre più scoraggiati dall’azione spesso frustrante sul territorio, non è opera facile. Per ora questo processo è ancora in una fase di ascolto e di pensiero, inizierà, speriamo, a breve la fase attiva del progetto.

Per ora si discute, si scrivono carte di intenti e molti, forse troppi, parlano di questo progetto a sproposito. In realtà da questo processo c’è da imparare un metodo, c’è da capire che ormai le dinamiche non possono essere rinchiuse nei confini comunali, che le classi dirigenti dell’Alta Irpinia devono riconoscersi in un percorso comune, che i servizi se devono essere di qualità devono essere organizzati e strutturati superando la dimensione del singolo municipio.

Le guerre, le strategie politiche sulla spartizione dei ruoli, delle sedi e delle varie poltrone sono finite da un pezzo, ora è il momento del confronto vero, di un confronto che possa mettere coloro che sono alla guida di questo processo nelle condizioni adatte per poter evitare che anche questa opportunità venga buttata al vento. L’Alta Irpinia deve avere il coraggio di riscoprirsi comunità, i suoi sindaci devono avere la lungimiranza di progettare un cammino che possa essere non solo condiviso ma che possa rappresentare un nuovo modello per lo sviluppo delle altre aree interne.

Claudio Mazzone
Claudio Mazzone

Bisogna rendere attrattivi i servizi di questa parte d’Italia, bisogna creare standard di vita che possano essere competitivi, bisogna dar vita a quelle precondizioni grazie alle quali i giovani non debbano fuggire. Non sappiamo se questa sia l’ultima occasione, ma a guardare la realtà di molti paesi fantasma, ad analizzare la sofferenza di queste comunità che si dissolvono giorno dopo giorno, la paura che non ce ne siano altre è forte.

Bisogna ricostruire quel tessuto sociale sul quale ogni comunità di poggia, fatto di sentimenti comuni, di storia condivisa, di affetti, di legami, quell’intreccio che si fonda su di un racconto condiviso che passa dalle generazioni più anziane a quelle più giovani, e ad oggi ci ritroviamo in un’Alta Irpinia in cui c’è chi può raccontare ma i ragazzi che dovrebbero ascoltare quel raconto e farlo proprio attualizzandolo non ci sono.

Questa occasione non può essere sprecata, ai sindaci sta il compito e la responsabilità di dimostrare di essere davvero classe dirigente, di avere una visione di questo territorio che possa essere valida e concreta, di mettere in campo competenze e idee che possano davvero dare un futuro a questa parte di Irpinia che ha tutte le potenzialità per essere un nodo fondamentale della Campania e del Meridione del futuro.

*Segretario Circolo Pd “Teresa Mattei”, Senerchia