Monteverde, si materializza l’incubo eolico: e i cittadini provano a organizzarsi

403

MONTEVERDE – Sembrava un felice isolamento, invece il risveglio è arrivato, inesorabile, anche per Monteverde.

Più d’uno infatti i progetti di eolico selvaggio che sono sul punto di diventare realtà sul territorio dell’ultimo comune dell’Irpinia. Forse con un po’ di ritardo, anche la comunità monteverdese ha perciò deciso di provare a mettere un freno all’inselvimento eolico. Ieri sera si è tenuta una assemblea pubblica, ospitata dalla locale sede del Partito democratico, durante la quale si è fatto il punto della situazione e si sono messe sul tavolo le possibile contromisure da adottare.

Dopo Vallata, Bisaccia, Calitri, Lacedonia, Aquilonia,Guardia Lombardi, Sant’Angelo dei Lombardi, l’Alta Irpinia potrebbe dunque conoscere la nascita di un nuovo comitato per dire no al proliferare di insediamenti eolici. Da tempo, nell’agro del Comune (nella foto in basso in una splendida foto di Antonello Pignatiello) insistono numerosi progetti depositati in Regione o che hanno addirittura già completato l’iter.

E’ il caso del parco in località Siricciardi-Casonetto della società Siri Energie S.r.l.: un progetto originario di diciannove macchine, poi ridotte di alcune unità, o di quello della Wind Farm Monteverde, per il quale proprio nel primo pomeriggio di oggi sono cominciati gli espropri. Grazie al supporto dell’avvocato Nicola Cicchetti, presidente del Comitato Voria di Vallata che opera da anni contro l’eolico selvaggio, presente all’incontro, i cittadini monteverdesi hanno preso consapevolezza delle strade da percorrere per poter ostacolare “in zona Cesarini” la realizzazione di quest’ultimo parco.

Un panorama mozzafiato di Monteverde
Un panorama mozzafiato di Monteverde

Secondo il progetto, alcuni aerogeneratori verranno realizzati proprio in prossimità del Lago di San Pietro, un’oasi di rara bellezza incastonata nella parte finale della Valle dell’Osento. Su indicazione dell’avvocato Cicchetti, dalla riunione è comunque emersa qualche strada da seguire. Innanzitutto, la quantizzazione, che viene effettuata considerando la zona come agricola e non come industriale. Inoltre, è presente una diatriba tra parco ed elettrodotto: quest’ultimo è stato autorizzato ad un’altra società e da questa realizzato. Ma resta il solito dilemma: si tratta di un’opera connessa o di un’opera finalizzata al trasporto dell’energia prodotta dai vari parchi? Se è giusta la seconda ipotesi, allora l’autorizzazione deve essere concessa dai Ministeri competenti (Mise, Mibac eccetera), e non dalla Regione.

In ultima istanza, è sempre sul tappeto la possibilità di inoltrare ricorso al Tar (più difficile perché entro 30 giorni dalla data del decreto) o, in alternativa, al Capo dello Stato (entro 120 giorni dalla data del decreto).

Monteverde, dunque, prova ad organizzarsi, sperando di non arrivare fuori tempo massimo.