Un colpo al cuore della mia terra: quel vigneto coperto di fango…

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di Rocco Corvaglia

Ormai è da più di 24 ore che si susseguono immagini di distruzione, di allagamenti, di frane. Immagini che celano dietro di loro la disperazione di chi ha perso tutto.

Oggi la situazione sembra migliorare. Anche se questo verbo risuona tetro in queste ore.

L’acqua inizia a ritrarsi dai campi e dalle strade. Ritraendosi, però, mostra in tutta la sua durezza la tragedia che ha investito questa terra.

C’è una foto, tra le tante, che mi ha particolarmente colpito. Ha toccato le corde delle mie emozioni in maniera sottile e dirompente allo stesso tempo. Una foto che mi ha girato Anna, giovane ragazza di Telese Terme, impegnata come tante sue coetanee e tanti suoi coetanei a ripulire i campi dal fango.

La foto ritrae una vigna sommersa dal fango. L’acqua è andata via e ciò che resta sono centimetri e centimetri di fango.

Sì, la foto mi ha commosso.

E la ragione è semplice: quel vigneto è il simbolo di questa terra. E’ il simbolo del suo frutto più pregiato. Da quel vigneto si ricava, anno dopo anno, ciò che più ci rende orgogliosi. Quel vigneto, che insieme ad altre migliaia, disegna la singolare ed unica bellezza del nostro paesaggio. Quel vigneto venuto su con l’unico linguaggio della nostra gente: sudore e sacrificio

Ma quel vigneto è stato sommerso. E con esso tutto ciò che rappresenta. Quella foto è l’istantanea di un pugnale conficcato nel ventre del Sannio.

Ma i figli di questa terra sanno bene che la vite possiede tante virtù, prima tra tutte la resistenza.

Ed allora sono certo  che quel vigneto resisterà. Di più. Sarà il simbolo del Sannio che non si arrende. Del resto cosa sarebbe il Sannio senza i suoi vigneti? E cosa sarebbero i sanniti privati del loro bene più prezioso?

La mia terra resisterà. Si scrollerà da dosso le macerie come ha già fatto tante volte. Il sole tornerà a splendere sui campi e sui vigneti. Ed il mondo potrà godere ancora del frutto più pregiato di quest’amata terra.