Una proposta operativa tra associazioni di costruttori, ordini professionali,
governance istituzionale e portatori di interesse si espongono sulla necessità di rigenerare il
patrimonio edilizio e infrastrutturale. Un dossier di attività e indicazioni che costituiranno un
documento da consegnare al Governo centrale, per condizionare orientamenti legislativi e
appostamenti di risorse. La due giorni di Bagnoli Irpino, che ha inaugurato la nascita di un autentico laboratorio con ben 400 iscritti, costruisce un nuovo metodo di approccio al complesso sistema delle costruzioni. Questo non guarda più alla mera cementificazione, ma al contrario diventa attore per la definizione di politiche sociali legate alla vivibilità.
I protagonisti- un ricco parterre di accademici, tecnici, professionisti ed esperti- ospiti di Giulio De Angelis del Centro Studi Edilizia Reale e Andrea Barocci dell’Associazione Isi- Ingegneria Sismica Italiana, hanno sollevato le innumerevoli criticità e contraddizioni che insistono nel mondo delle costruzioni, individuando nel contempo delle soluzioni. “E’ paradossale investire sull’efficientamento energetico su una casa non sicura dal punto di vista sismico”. Di qui la richiesta corale a Roma di modificare le storture legislative in vigore.
La verifica strutturale della vulnerabilità sismica degli edifici è la vera emergenza/urgenza del Paese. A questo si aggiunge un’attività di monitoraggio del patrimonio infrastrutturale e la necessità di recuperare quel patrimonio storico e culturale che caratterizza i borghi delle aree interne. Ridurre l’aumento delle cementificazioni per recuperare ciò che è già presente è il diktat che arriva dai costruttori, che si affiancano ai paesaggisti per aprire una nuova stagione di tutele e conservazione.
Una posizione condivisa dalla pluralità dei partecipanti, e che sarà alla base della richiesta da candidare all’esecutivo Meloni. In prima battuta, il laboratorio Bagnoli intende chiedere
l’abbinamento degli interventi di riqualificazione energetica a quelli di carattere sismico. I tecnici hanno espresso una forte preoccupazione sull’arretramento della sicurezza in chiave sismica.
I quattro tavoli di confronto aperti nella seconda giornata hanno acceso i riflettori sul Pnrr, lavori pubblici e codice degli appalti; rigenerazione urbana; progettazione e riqualificazione strutturale; quadro generale del patrimonio edilizio e infrastrutturale. Gli interventi puramente tecnici, a cui hanno preso parte gli iscritti agli ordini professionali per l’acquisizione dei crediti formativi, hanno sottolineato i passi in avanti della conoscenza in campo edilizio e delle costruzioni, grazie soprattutto all’applicazione delle tecnologie. Il canovaccio propositivo che la platea considera è la proposta di legge illustrata nel 2019 da Michele Giardiello, sull’istituzione di un “Programma nazionale per l’assicurazione obbligatoria degli edifici privati, contro i danni derivanti da calamità naturali”.
Ad oggi il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza offre opportunità importanti per le grandi opere. Lo ha confermato l’On.Paolo Russo, intervenuto al tavolo dell’Acca Software, che accoglie le istanze dei costruttori sulla riqualificazione del rischio sismico degli edifici pubblici e privati.
Mentre l’’avvocato Ugo Torsi ha sottolineato le criticità giurisprudenziali del Codice degli Appalti, e la conseguente necessità di fare formazione per le imprese, non solo quelle virtuose, ma tutto il tessuto imprenditoriale. “Gli imprenditori devono avere piena contezza delle nuove disposizioni del Codice degli Appalti, per evitare una automatica esclusione del mercato, che indebolisce il tessuto produttivo”.
La due giorni infine, è stata occasione di formazione per gli ordini professionali destinati agli agronomi, amministratori di condominio, architetti, commercialisti, geologi, ingegneri, periti agrari, periti industriali e geometri. L’evento, organizzato da Centro Studi Edilizia Reale e associazione IsiIngegneria Sismica Italiana, si preannuncia itinerante in altre sedi in tutta Italia, per costruire dal basso la cultura della sicurezza sismica con interlocuzioni dirette e puntuali con i cittadini, ma trasversale con tutte le istituzioni regionali e governative per condizionare l’evoluzione normativa.