ROMA – Dagli studi di La7, dov’è stato ospite di Otto e Mezzo, Matteo Renzi ha voluto precisare che il suo governo non lascia, piuttosto raddoppia.
Innanzitutto, a proposito della copertura che dovrebbe garantire gli 80 euro in più in busta paga agli stipendi sotto i 1500 euro, ha affermato: “E’ contenuta nel Def che presenteremo martedì”. Il presidente del Consiglio ha poi confermato che buona parte di questa copertura verrà dalle risorse recuperate attraverso la revisione di spesa. E poi, sul famoso 3%: “Noi non siamo nei guai. Il 3,1%” del deficit/Pil “non lo faremo”. Renzi si mostra molto convinto che le riforme “che servono agli italiani verranno approvate. Oggi abbiamo detto basta a tremila politici (con l’abolizione delle Province, ndr), dobbiamo andare avanti come un rullo compressore”.
Nella giornata di ieri, Renzi ha avuto un colloquio serrato con Denis Verdini, plenipotenziario di Berlusconi in materia di riforme. “Abbiamo parlato di riforme”, ha svelato il capo del governo. “Sono convinto che anche Fi voterà il superamento del Senato, la modifica del titolo V e la nuova legge elettorale”. Tra governo e Forza Italia, tuttavia, c’è disaccordo sulla riforma da approvare per prima: l’esecutivo, tramite il ministro Boschi, mette in fila il Senato e l’Italicum, entro e non oltre il 25 maggio. Nel partito di Berlusconi, però, molti non si fidano e, come fa Brunetta, chiedono a gran voce che l’iter venga capovolto. Nel frattempo, anche il Pd mostra le sue crepe: Vannino Chiti ha raccolto le firme di 22 senatori per presentare un ddl di riforma del Senato che lo mantiene come Camera elettiva.