San Gennar’ ha fatt’ o’ miracolo…Evviva!
Stamattina, martedì 19 Settembre 2023, nel Duomo di Napoli, noto come Cattedrale metropolitana di Santa Maria Assunta, si è sciolto il sangue di San Gennaro, segno di buon auspicio per la città. L’annuncio è stato accompagnato dal tradizionale sventolio del fazzoletto bianco e dall’applauso della folla sul sagrato.
Per i napoletani il mancato avverarsi della liquefazione (o anche il solo ritardo) è considerato presagio di eventi drammatici.
La domanda che ci poniamo è: come si scioglie il sangue di San Gennaro? Come avviene?
A Napoli, il sangue di San Gennaro si scioglie 3 volte l’anno: il sabato prima della prima domenica di maggio, a settembre, nel giorno di San Gennaro, e il 16 dicembre, in ricordo dell’eruzione vesuviana del 1631.
Durante il rito di preghiera l’arcivescovo della diocesi di Napoli prende due ampolle che sono in una teca dietro l’altare della cappella del Tesoro del Santo. La sostanza che si trova all’interno delle ampolle è solida e di un rosso scuro. Successivamente l’arcivescovo di Napoli scuote e capovolge l’ampolla, mostrando ai fedeli la liquefazione, cioè se il sangue si è sciolto o no.
Ancora oggi non c’è una spiegazione precisa di come avviene ciò.
Si narra che alla fine degli anni 80, furono eseguiti degli esami sulle ossa di San Gennaro.
Lo scienziato Pier Luigi Baima Bollone, per volontà dell’Arcivescovo di Napoli, il cardinale Michele Giordano, effettuò una spettroscopia (la misurazione dello spettro elettromagnetico) puntando uno spettrometro con macchina fotografica sulla famosa teca del Duomo. L’obiettivo era capire se nell’ampolla della reliquia fosse contenuto davvero del sangue. L’analisi confermò che all’interno della teca erano contenute tracce di emoglobina, questo dimostra che non c’è nessuna certezza che all’interno ci sia del sangue, ma si esclude che si tratti di materiale di diversa natura.
Un’altra teoria venne fatta nel 1991 da tre scienziati del Comitato italiano per il controllo delle affermazioni sulle Pseudoscienze, i quali riproposero in laboratorio lo scioglimento del sangue.
Gli studiosi basarono la loro teoria sulla tissotropia, ossia il fenomeno per cui alcune gelatine si liquefano quando viene agitato il recipiente che le contiene. Così veniva svelato il mistero, ma non è così, perché successe che il sangue fu trovato già trasmutato all’apertura della teca.
Il sangue di San Gennaro è un “miracolo” che da secoli si ripete rimanendo avvolto nel mistero.
Nello stesso giorno, alla stessa ora, il miracolo avviene anche a Pozzuoli.
San Gennaro venne decapitato su una pietra, precisamente a pochi passi dal luogo dove si trova ora il santuario. Questa pietra è custodita in una cappella laterale, e ogni anno, alla stessa ora, in corrispondenza con lo scioglimento del sangue nell’ampolla, avviene l’arrossamento della pietra.
Evviva San Gennaro, patrono di Napoli.