AVELLINO – Era zeppo di gente, il Centro Sociale “Samantha Della Porta”, oggi pomeriggio. Matteo Renzi ha fatto tappa in una Avellino tappezzata di manifesti pro-Bersani. Una campagna elettorale che è un viaggio in camper che lo porterà in tutti i capoluoghi di provincia d’Italia. Lo slogan “Adesso!”, che fa bella mostra di sé anche sui due mezzi parcheggiati fuori dal centro sociale, è un modo per suonare la sveglia, dire agli italiani che è questo il momento del cambiamento, o almeno di un tentativo. Renzi ha affrontato i temi della campagna elettorale, affermando con convinzione: “In Italia tutti protestano e si lamentano, ma nessuno ha il coraggio di mettersi in gioco. Noi vogliamo farlo, e siamo convinti delle nostre idee”. Con il passare del tempo, il sindaco di Firenze sta man mano entrando nello specifico delle sue proposte. “Bisogna investire sugli italiani – ha dichiarato dal palco, in un discorso più volte interrotto da scroscianti applausi. Il merito, una delle sue tre parole magiche, è comparso quando ha parlato di “miglioramento dell’istruzione riportando – appunto – il merito nella scuola e nell’università”. Ma la crisi è quello che più da vicino tocca la gente comune. E Renzi propone “un intervento immediato di aiuto per i redditi più bassi e un’azione decisa sulle tariffe”. La novità vera è “l’introduzione di un welfare biografico, che segua il percorso di ognuno e permetta a tutti di sviluppare appieno il proprio potenziale”. Il tutto, unito da sostenibilità e bellezza: “Riscoprire i territori è fondamentale”, afferma. Ma in Irpinia non poteva mancare il confronto con gli operai dell’Irisbus, i quali gli hanno consegnato una lettera nella quale affermano che “non si possono conciliare gli interessi dei ‘padroni’ e quelli dei lavoratori, e chi dice che ciò è possibile in nome della modernità, mente sapendo di mentire. Perciò o si sta da una parte, o dall’altra!”. Inoltre, gli hanno chiesto conto delle sue dichiarazioni pro-Marchionne del 2010, pochi giorni prima del referendum su Pomigliano. Renzi ha confermato la sua linea di allora, aggiungendo: “Io ero per il ‘sì’ perché se avesse vinto il ‘no’, Marchionne avrebbe chiuso. E noi siamo per tenerle aperte, le fabbriche. E’ stato lui a cambiare idea, prima del referendum si era impegnato ad investire venti miliardi”. La ricetta per dare un nuovo futuro alla Irisbus Renzi ce l’ha, ed è la stessa degli operai, con i quali si dice infatti “assolutamente d’accordo”. “Io a Firenze ho già rinnovato metà dei bus che avevamo, e l’altra metà verrà cambiata nei prossimi tre anni. Bisogna che il governo vari al più presto una politica per la riqualificazione del parco autobus”. Anche i pullman sono da rottamare.
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