Una vita di illusioni: i famosi e il male di vivere

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Inossidabili eroi del Red Carpet. Ecco, ce li immaginiamo così. Senza alcuno sforzo di esagerata fantasia, prendiamo coscienza dell’esistenza di due mondi paralleli, uno triste e misero, abitato da noi comuni mortali condannati al lavoro, a una vita scandita dalla quotidianità e sempre più caduca, l’altro irraggiungibile ed etereo, quello dei vips. Di questo mondo captiamo solo ciò che ci appare dall’esterno, tutto splendidamente rose e fiori, la bella vita, i soldi, la fama, il successo, ma chiusi, in realtà, in un cerchio di vizi e stravizi che nemmeno lontanamente riusciamo a immaginare. Così, mentre l’invidia ci assale, costringendoci a maledire gli asfissianti pranzi di famiglia domenicali, i continui litigi con la suocera, le vacanze last minute e gli improrogabili impegni professionali, che siano dietro una scrivania o in una fabbrica, dietro un bancone o in ospedale, c’è qualcuno a cui quella vita da celebrità da noi tanto sognata inizia a stare stretta.

È il “male di vivere” di baudelairiana memoria. È l’incombente ombra della dipendenza, della depressione, della cupa malinconia che non lasciano scampo. È l’altra faccia della medaglia, quella che noi non vediamo, o non vogliamo vedere, che culmina nel tragico epilogo del suicidio. Una vita spesa tra pellicole, tournèe, spettacoli e concerti non basta più, una vita di sregolatezze ed eccessi non soddisfa più. Si crolla. Si entra in un circolo vizioso. Allora i nostri eroi diventano comuni mortali con tutte le loro fragilità e debolezze. E la lunga lista di celebrità che si sono tolte la vita cresce. Troppi gli addii come l’ultimo al grande Robin Williams.