Avellino, no all’alternanza scuola-lavoro: no allo sfruttamento degli studenti

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In questi giorni hanno avuto inizio i mercatini natalizi in piazza libertà ad Avellino. Si legge dall’annuncio ufficiale di lancio dei mercatini, che presso le casette di legno della piazza, «saranno esposte le eccellenze dell’artigianato e dell’enogastronomia locali».

Si potrebbe avere una buona considerazione dell’iniziativa, se non fosse per l’enorme dispendio di denaro da parte dell’amministrazione comunale per le festività, ma soprattutto per ciò che accade per quanto riguarda alcune delle casette di Piazza Libertà:  nel periodo dei mercatini  (compreso anche il periodo di  festa per gli studenti e le studentesse) a stare in alcuni di questi stand, a vendere i prodotti, saranno gli studenti di una scuola superiore del capoluogo irpino, nell’ambito di un progetto scolastico legato al PCTO, noto anche come alternanza scuola-lavoro.

Lo apprendiamo proprio dagli studenti e dalle studentesse, che dovranno obbligatoriamente prendere parte a tale progetto. Per il profitto delle aziende, con le quali le scuole fanno accordi -o che sono aziende legate alla scuola-, in orari proibitivi e anche nei giorni nei quali i ragazzi e le ragazze dovrebbero poter godere delle vacanze natalizie o semplicemente del proprio tempo libero, questi lavoreranno gratuitamente in alcune casette dei mercatini. A ciò si aggiunge il progetto del PCTO ai quali le studentesse e gli studenti della scuola in questione hanno dovuto aderire, che prevedeva la produzione degli oggetti che saranno venduti.

Una produzione (per la quale era necessario se non obbligatorio il versamento di un contributo economico) che avveniva senza retribuzione per gli studenti, e senza sicurezza, il rischio di infortunio per realizzare tali oggetti, è alto. Non solo lo sfruttamento per produrre tali oggetti, ma anche lo sfruttamento aggiunto nella vendita. Inoltre è difficile reperire informazioni riguardo l’azienda collegata alla scuola alla quale andranno i ricavati delle vendite, che non è possibile sapere con chiarezza dove saranno destinati.

Nel silenzio assordante delle istituzioni e dell’opinione pubblica riguardo le condizioni alle quali noi studentesse e studenti siamo sottoposte/i ogni giorno, come Collettivo Studentesco Irpino denunciamo a gran voce lo sfruttamento ai quali sono sottoposti gli studenti e le studentesse che dovranno lavorare sfruttati/e e al freddo.

Per questo ci battiamo per l’abolizione del PCTO; riteniamo che l’alternanza scuola-lavoro sia vero e proprio sfruttamento legalizzato, pertanto irriformabile. Non c’è nessuna formazione nello sfruttamento degli studenti per il profitto delle aziende o delle scuole. Chiediamo alla dirigenza della scuola che li organizza, di cancellare questi progetti, o almeno di revisionarli, affinché le studentesse e gli studenti coinvolti non debbano essere costrette/i a lavorare per varie ore non pagate/i e al freddo.

Ci appelliamo inoltre a tutte/i coloro che ritengono ciò ingiusto e vergognoso, agli studenti e alle studentesse (anche coloro che non  sono coinvolti in questo progetto, magari coinvolti in progetti simili, o che semplicemente sono contrari al PCTO) che non accettano di essere sfruttati, invitiamo ad unirsi al nostro grido di denuncia e di lotta allo sfruttamento e all’alternanza scuola-lavoro, una vile misura di aziendalizzazione della scuola pubblica introdotta e supportata dai governi precedenti (primo fra tutti il governo Renzi), diretta espressione del trionfo del neoliberismo.

Gli studenti hanno diritto a studiare e ad avere il proprio tempo libero, non a lavorare senza retribuzione e sicurezza!