Dalle indagini del Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica di Milano, è emerso che un gruppo di ragazzi si serviva dei social per scambiare informazioni ed opinioni su come realizzare miscele esplosive.
Il giorno 8, molteplici sono state le perquisizioni effettuate dalla polizia postale, Digos e dalle unità cinofile, presso diverse città d’Italia, tra cui, rileva la nostra attenzione anche la città di Avellino.
L’inchiesta, condotta fra 2022-23, ha svelato l’esistenza di ‘spazi’ virtuali utilizzati da giovani per condividere la passione estrema per armi, esplosivi e sostanze chimiche acquistate su internet messe in bella mostra sul servizio di messaggistica istantanea.
Ad allertare gli inquirenti, impegnati in attività di monitoraggio della rete e le tecnologie in dotazione ai Centri Operativi per la Sicurezza Cibernetica, sono state alcune delle frasi riportate nelle chat: “Io avevo una Glock però poi ci sono andato a scuola perché lo avevo visto in un film americano”, “Ci ho sparato con una Glock vera te lo dico perché le modifico da quando avevo 14 anni”.
Inoltre sono state rinvenute foto e video che mostrano armi da taglio, da sparo e da softair, esposte in posa o durante l’utilizzo.
Che si tratti di sparate adolescenziali, con immagini e frame presi da internet, oppure di illeciti penali, lo diranno le perquisizioni domiciliari. Ciò che sicuramente risulta evidente è che tutto ciò rientra in una più ampia problematica di utilizzo distorto dei social network.