Standing ovation per gli ARS NOVA NAPOLI, venerdì sera al Teatro Comunale di Benevento, protagonisti del secondo appuntamento della nuova Stagione Artistica di Accademia di Santa Sofia, in collaborazione con Università del Sannio e Conservatorio di Benevento.
Con lo spettacolo “E senza acqua la terra more”, loro ultima fatica discografica, gli Ars Nova Napoli, hanno proposto una rivisitazione di brani tradizionali del sud Italia, rileggendo in chiave personalissima, sonorità e melodie mediterranee. Un concerto unico e trascinante, capace di divertire ed emozionare il pubblico, che balla, senza freni, trasportato dall’entusiasmo, sia in platea, sia sui palchi, gremiti del teatro beneventano. Nonostante una pioggia infinita che sferza Benevento, il pubblico di affezionati e i fan più sfegatati, si presentano puntuali, assiepando convulsamente l’ingresso del teatro, pur di assistere al concerto.
Il gruppo napoletano, formato da Carlo Guarino (chitarra e voce), Marcello Squillante (fisarmonica e voce), Michelangelo Nusco (violino), Vincenzo Racioppi (charango e mandolino), Bruno Belardi (contrabasso), Antonino Anastasia (percussioni), oltre che per la passione e il talento, evidenti, è amato e apprezzato anche per il particolare carisma e la personalità esuberante dei suoi componenti, che interagiscono sempre, con grande giocosità e ironia, tra loro e con il pubblico.
Tra il pubblico c’è chi si alza e comincia a ballare. Due ragazze “tarantolate” raggiungono il palco dove propongono una irrefrenabile pizzica seguite da alcune irreprensibili hostess che si lasciano andare e improvvisano una danza liberatoria. Il folto pubblico, in piedi, applaude, chiedendo l’immancabile bis. Molti i giovani in fila a fine concerto, per acquistare il loro cd.
La Direttrice Artistica Marcella Parziale introduce la serata insieme a Maria Buonaguro, Presidente Amici dell’Accademia. Segue, interessante, come sempre, il preludio scientifico affidato al relatore Giovanni Filatrella, professore associato di fisica sperimentale presso Unisannio, che ha affascinato il pubblico con un intervento dal titolo La macchina del tempo.