All’esito di attenta e meticolosa attività investigativa coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Benevento, gli investigatori della Squadra Mobile della locale Questura, nel pomeriggio odierno, hanno dato esecuzione alla ordinanza applicativa della misura cautelare degli arresti domiciliari, emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Benevento, su richiesta della locale Procura della Repubblica, nei confronti di un 19enne di Benevento, ritenuto gravemente indiziato dei delitti di atti persecutori, estorsione, maltrattamenti in famiglia, sequestro di persona e lesioni aggravate.
Quest’ultima denunciava i comportamenti violenti, vessatori e minatori posti in essere ai suoi danni dall’indagato.
La stessa riferiva agli Ufficiali della Squadra Mobile che, nel periodo in cui era andata a convivere con il fidanzato, veniva percossa con schiaffi, pugni e ingiuriata con volgarissimi epiteti. Inoltre, le veniva addirittura impedito di sentire liberamente i propri genitori con la pretesa del fidanzato di ascoltare tutte le telefonate con gli stessi.
La giovane, poi, riferiva di essere anche stata costretta con minacce ad acquistargli una playstation e due cellulari.
In un altro episodio, sempre con minaccia, l’indagato la costringeva a prelevare la somma di 500,00 € dal proprio conto corrente attribuendole la colpa della perdita di denaro avvenuta alla sala Bingo.
Ancora la persona offesa riferiva di essere stata privata della libertà personale venendo rinchiusa nella camera da letto dove, l’indagato, entrava al solo fine di percuoterla con una cintura, minacciandola che le violenze sarebbero continuate finché non non sarebbe morta.
La convivenza terminava in occasione di una ultima aggressione durante la quale la persona offesa veniva percossa riportando lesioni.
L’indagato, quindi, non accettando la fine della relazione, poneva in essere gravi comportamenti molesti e minatori ai danni della persona offesa, consistiti in inseguimenti con la macchina e minacce, ingenerando nella stessa un grave stato di ansia e paura, nonché un fondato timore per l’incolumità propria e dei propri familiari ed un mutamento delle proprie abitudini di vita.
La meticolosa attività investigativa della locale Squadra Mobile consentiva di raccogliere numerosi riscontri testimoniali e documentali a supporto di tutte le dichiarazioni rese dalla persona offesa.
Alla luce di quanto sopra il G.I.P., accogliendo la richiesta della locale Procura, emetteva il provvedimento applicativo della misura cautelare degli arresti domiciliari a carico dell’indagato, ritenendola la più idonea a scongiurare i rischi di reiterazione delle gravi condotte sinora perpetrate dallo stesso.
Il provvedimento oggi eseguito è una misura cautelare, avverso cui sono ammessi mezzi di impugnazione e il destinatario della stessa è allo stato indagato e quindi presunto innocente fino a sentenza definitiva.