ROMA – Un passo avanti e un passo indietro. La trattativa tra Terna e i Comuni di Lacedonia e Bisaccia, che si sono opposti alla realizzazione di due diversi elettrodotti ad opera del gestore nazionale dell’energia elettrica, fa registrare un duplice e opposto risultato.
Il Ministero dello sviluppo economico ha ospitato la seconda riunione tra le parti in causa, dopo quella dello scorso 15 aprile. Presenti Umberto Del Basso De Caro, sottosegretario allo Sviluppo economico con delega all’Energia, il sindaco di Lacedonia Mario Rizzi, il sindaco di Sant’Angelo dei Lombardi Rosanna Repole e quello di Bisaccia Salvatore Frullone, Michele Russo, consigliere comunale di Lacedonia e promotore del Comitato No Alta Tensione, l’Ingegnere Colicchio, consulente del Comune di Lacedonia, gli ingegneri di Terna Frosini, Conti e Fornari.
La discussione ha toccato anche l’argomento relativo all’elettrodotto del Goleto, ma si è concentrata soprattutto sulle due opere che interessano i territori di Bisaccia e Lacedonia. Terna ha mostrato ulteriore disponibilità rispetto alle richieste dei sindaci. Rizzi e Frullone hanno nuovamente portato le istanze delle rispettive comunità. Già nella scorsa riunione era giunta un’apertura in merito da parte di Terna, che era presente con il solo ingegner Frosini e che aveva assicurato di voler fare il possibile per venire incontro alle necessità dei comuni. Tuttavia, per i due elettrodotti sono stati impostati due discorsi differenti. Per quel che riguarda l’elettrodotto Bisaccia-Deliceto da 380 Kv, che tocca il territorio di entrambi i paesi, Terna si è impegnata sull’intero tracciato e partizioni di tracciato. “Soluzione non praticabile” è stato definito l’interramento dell’opera, quindi il passaggio da elettrodotto a cavidotto: la rete sarebbe infatti sovraccarica di energia, e in caso di guasto sarebbe molto difficile stabilirne il punto esatto.La proposta offerta è stata una differente dislocazione dei tralicci sul territorio. Una modifica che avverrebbe sulla base delle richieste avanzate dai sindaci, richieste formulate verificando l’impatto dei tralicci stessi sul territorio. In sostanza, il progetto dell’elettrodotto resta. Quello che potrebbe essere modificato è il tracciato. Ora si attende la formulazione delle richieste dei primi cittadini, che cercheranno dunque di tutelare le zone maggiormente sensibili da un punto di vista ambientale, paesaggistico e della tutela delle attività agricole.
Discorso differente invece è stato fatto per la seconda opera in questione, l’elettrodotto da 150 Kv che dovrebbe partire da Contrada Macchialupo, a Lacedonia, e che scendendo verso Contrada Ischia, risalirebbe per la zona del Pauroso fino ad allungarsi verso la sottostazione di convogliamento dell’energia elettrica nel territorio del Comune di Andretta. Maggiore apertura è stata mostrata da Terna rispetto a quest’opera. Si è infatti parlato della possibilità di un eventuale interramento, che anche il Comune aveva proposto nella scorsa riunione, mettendo a disposizione strade e tratturi comunali: questo tipo di possibilità è in itinere e in fase di studio, in funzione della possibilità tecnica e relativa alla tempistica. “Un passo avanti, certamente – commenta Michele Russo, promotore del Comitato No Alta Tensione – ma ancora nessuna certezza. Il sottosegretario Del Basso De Caro è stato ancora una volta disponibilissimo, ma noi andremo avanti per la nostra strada. Unitamente al comitato di Bisaccia, sorto in opposizione alla realizzazione dell’elettrodotto da 380 Kv, continueremo ad agire per vie legali, cercando di ritardare il più possibile la costruzione di un’opera che danneggerebbe il nostro territorio e le nostre aziende”.