Dovevano partire per Barcellona, con tutto l’entusiasmo e le aspettative che una gita scolastica porta con sé. Un viaggio in Spagna tutti insieme prima della maturità. Già, tutti insieme… poi la doccia fredda: non c’è possibilità per il compagno di classe sulla carrozzella di poter viaggiare né sul pullman, né sul traghetto.
I ragazzi di quinta del Liceo Linguistico e delle Scienze umane di Frigento che fa capo all’Istituto superiore “Grottaminarda” ci hanno messo poco a decidere: “Non può venire lui? Non andiamo nemmeno noi”. Solidali con loro i ragazzi di tutto l’istituto (sedi di Frigento e Grottaminarda).
Resta l’amaro in bocca, tante domande e la parola “inclusione” che riecheggia nella testa fino a diventare un martello pneumatico insopportabile. Una parola che non ha alcun senso se nel 2023 le compagnie che vantano l’organizzazione di viaggi d’istruzione per le scuole secondarie inferiori e superiori con l’obiettivo di far vivere loro “un’esperienza formativa e di viaggio altamente stimolante”, poi non hanno posto sul pullman per un ragazzo diversamente abile e non hanno abbastanza cabine per ragazzi disabili. Quindi “esperienza formativa” rispetto a cosa? Ad una società “non inclusiva”? Che lascia a casa i diversamente abili?
La scuola, preside e docenti, ha provato ad interloquire con la compagnia viaggi ma la risposta è stata che non vi sono abbastanza cabine per ragazzi disabili.