Gaza, spiragli di tregua: Hamas chiede garanzie

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GAZA – Sembra aprirsi uno squarcio di luce nelle tenebre della guerra scatenatasi ormai oltre due settimane fa tra Israele e Hamas. 

Se fino ad un giorno e mezzo fa il movimento islamista (che occupa posti chiave nel governo palestinese) aveva rifiutato l’ipotesi di un cessate il fuoco se prima non ci fosse stato il ritiro dell’esercito israeliano dalla Striscia di Gaza, ora le cose stanno prendendo una piega diversa. Dopo un bombardamento su una scuole dell’Onu che ha causato 17 vittime (e per il quale Netanyahu ha assicurato un’indagine interna) e dopo aver registrato oltre 800 morti tra i civili, Hamas ha infatti modificato la propria posizione, passando a chiedere determinate condizioni per accettare la proposta di una tregua umanitaria proposta dal segretario di Stato americano John Kerry.

“Hamas ha accettato il cessate il fuoco in via di principio”, fanno sapere fonti palestinesi. Tuttavia, sarebbero state avanzate delle richieste, quali il rilascio dei prigionieri palestinesi e l’allargamento dell’area di pesca davanti alle coste di Gaza. Oggi pomeriggio, intanto, è prevista una riunione del gabinetto di governo israeliano, che discuterà la proposta avanzata da Kerry: cinque giorni di tregua umanitaria a partire da sabato notte. Cinque giorni durante i quali, di sicuro, la diplomazia non se ne starà con le mani in mano, a cercherà di trovare ulteriori e più saldi punti di contatto tra le due fazioni. Difatti, c’è la conferma che, qualora dovesse essere accettato questo periodo di tregua umanitaria, il negoziato per un’intesa permanente si terrebbe al Cairo.