Italo Calvino: dopo 100 anni ancora attuale

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Il 15 ottobre 2023 si è celebrato in centenario della nascita di Italo Calvino.

Chi è Italo Calvino?

Italo Calvino nacque il 15 ottobre 1923 a Santiago de las Vegas, a Cuba, da genitori italiani, dove i genitori risiedevano e svolgevano la professione di agrotecnici.

Quando ha solo tre anni la famiglia torna in Italia, a Sanremo, dove il futuro scrittore frequenta la scuola.

Calvino, oltre ad esercitare la professione di scrittore, nel 1944 partecipa alla guerra partigiana, esperienza che lascerà traccia nelle sue prime opere.

Nel dopoguerra Italo Calvino inizia a militare nel Partito Comunista Italiano e si iscrive alla Facoltà di Lettere a Torino, città in cui si trasferisce.

Intanto pubblica qualche racconto in rivista e collabora con la casa editrice Einaudi, dove entra in contatto con i maggiori scrittori dell’epoca e con la quale pubblica nel 1947 il suo primo romanzo: Il sentiero dei nidi di ragno.

Nel 1952 Italo Calvino pubblica Il visconte dimezzato, che insieme ai successivi Il Barone rampante e Il Cavaliere inesistente forma la trilogia dei Nostri antenati.

Nel 1962 conosce la traduttrice argentina Esther Singer, che due anni più tardi diventerà sua moglie.

Nel 1965 Calvino pubblica Le Cosmicomiche e qualche anno più tardi Ti con zero.

Alla fine degli anni Sessanta si trasferisce a Parigi, dove inizia a frequentare il gruppo di scrittori dell’Oulipo.

Tra la fine degli anni Sessanta e l’inizio degli anni Ottanta, Italo Calvino pubblica le sue opere più importanti: Il castello dei destini incrociati, Le città invisibili, Se una notte d’inverno un viaggiatore e Palomar.

Italo Calvino muore improvvisamente nel 1985, mentre stava lavorando alle Lezioni Americane, un ciclo di conferenze che avrebbe dovuto tenere quell’anno ad Harvard, ma che usciranno solo postume.

Calvino è stato uno tra i maggiori scrittori del secondo Novecento.

Di certo fu il più famoso: conosciuto e tradotto in tutto il mondo.

Le sue opere spaziano dai romanzi ai racconti in cui racconta la guerra e la Resistenza, fino allo sperimentalismo a cui lo scrittore approda negli ultimi decenni.

Autore principalmente di racconti e romanzi, Italo Calvino si interessò però anche al mondo del teatro, del cinema, della musica, del fumetto e dell’arte.

Qual è la corrente letteraria di Italo Calvino?

Possiamo affermare che Calvino fa parte della corrente neorealista.

Come molti altri scrittori della sua generazione, anche Italo Calvino esordisce come autore di guerra, raccontando l’esperienza della Resistenza.

Si può dunque individuare una prima fase neorealista.

Ad esempio nel primo romanzo, Il sentiero dei nidi di ragno, Calvino decide di far vedere la Resistenza attraverso gli occhi di un bambino.

Successivamente scrisse Ultimo viene il corvo, del 1949, è una raccolta di racconti già pubblicati in rivista a partire dal 1946.

Il tema dominante è ancora la guerra e la Resistenza.

Dagli anni Cinquanta, Italo Calvino opera una svolta verso le letteratura fantastica, che si concretizza nella trilogia I Nostri Antenati. Qui Calvino mescola elementi fantastici all’ambientazione storica.

I romanzi che compongono la trilogia sono:

• Il visconte dimezzato (1952)

• Il barone rampante (1957)

• Il cavaliere inesistente (1958)

Al filone della letteratura fantastica si possono riportare anche i racconti pubblicati in Le Cosmicomiche (1965) e Ti con zero (1967). Intanto Italo Calvino aveva lavorato anche alla raccolta e all’edizione delle Fiabe Italiane, che uscirono nel 1956 ottenendo un buon successo e consolidando l’idea di un Calvino favolista.

Tuttavia non bisogna scordare che negli stessi anni Calvino milita nel Partito Comunista, scrivendo molti articoli impegnati e pubblica anche opere in cui descrive l’Italia del dopoguerra e del boom economico, tra cui ricordiamo:

• La speculazione edilizia (1957)

• La nuvola di smog (1958)

• La giornata di uno scrutatore (1963)

A partire dalla seconda metà degli anni settanta si apre una nuova fase, quella considerata più originale, in cui Italo Calvino scrive i suoi romanzi più noti.

La svolta avviene in Calvino grazie alla frequentazione con gli scrittori francesi del gruppo dell’Oulipo, che intendono la letteratura come gioco combinatorio.

A questo va poi aggiunta l’influenza fondamentale dello scrittore argentino Jorge Luis Borges.

A partire da queste influenze Italo Calvino creerà in seguito vie più originali.

Le opere più importanti:

●Il castello dei destini incrociati (1969)

● Le città invisibili (1972)

● Se una notte d’inverno un viaggiatore (1979)

● Palomar (1983).

In tutta la sua carriera Italo Calvino fu, oltre a scrittore di narrativa, anche autore di saggi sulla letteratura.

Tra i saggi ricordiamo del primo periodi ricordiamo: Il midollo del leone (1955), in cui esprime la sua idea di letteratura, Il mare dell’oggettività (1960), in cui parla della stagione neorealista, e La sfida al labirinto (1962). L’attività saggistica continuerà e sarà raccolta nel 1980 in Una pietra sopra.

Tra i lavori di saggistica spicca poi l’ultimo libro, lasciato incompleto, Lezioni Americane, sei conferenze che Calvino avrebbe dovuto tenere nel 1985 presso l’Università di Harvard. Il sottotitolo del libro recita: «Sei proposte per il prossimo millennio». In questi saggi Calvino in effetti individua le caratteristiche che avrebbero dovuto caratterizzare la letteratura del nuovo secolo: leggerezza, rapidità, esattezza, visibilità e molteplicità.

La carriera di Calvino si chiude dunque con uno sguardo al futuro, con un’attenzione verso gli sviluppi del mondo e della cultura che d’altronde aveva accompagnano lo scrittore per tutta la sua vita.

 

La trilogia araldica :

Essa è una trilogia fantastica ed allegorica sull’uomo contemporaneo, costituita dai romanzi Il visconte dimezzato (1952), Il barone rampante (1957) e Il cavaliere inesistente (1959) di Italo Calvino, che prese a modello l’Orlando furioso di Ludovico Ariosto.

L’autore stesso suggerì di considerare collegati i tre romanzi, quando già tali romanzi erano stati pubblicati e affermati presso critica e pubblico, e difatti ne dispose un’edizione (per la prima volta presso Einaudi nel 1960) con i tre romanzi legati.

Le tre favole Calviniane costituiscono un caso emblematico della possibilità di dirottare la tensione narrativa su versanti più defilati rispetto alla dimensione della cronaca.

I tre protagonisti sono contraddistinti da caratteristiche singolari, uno è stato diviso un due metà perfettamente simmetriche da un colpo di cannone; un altro che il corpo ce l’ha tutto intero decide per ribellione di andare a vivere sugli alberi; il terzo privo di consistenza corporea non è che una voce dentro una corazza.

Nel visconte dimezzato, la cornice storica del primo romanzo della trilogia è quella delle guerre austro turche combattute in Europa fra la seconda metà del seicento. La vicenda è costruita a partire da una circostanza paradossale, durante una battaglia il visconte Medardo di Terralba è colpito da una palla di cannone che lo divide in due parti perfettamente simmetriche. In una metà si insedia la cattiveria nell’altra la bontà. Ognuna delle due parti si comporta secondo la sua indole e le azioni della metà buona del visconte non risultano meno dannose degli atti compiuti dalla metà malvagia.

Nel visconte dimezzato Calvino ci dà una rappresentazione allegorica dell’Io scisso dalle forti implicazioni storiche.

Erano ancora aperte le ferite della guerra civile tra fascisti e antifascisti che aveva spaccato in due il corpo sociale italiano; mentre su scala mondiale avevano preso a fronteggiarsi in una guerra fredda russi e americani.

La favola allegorica del visconte dimezzato a un lieto fine: le due parti innamoratosi della medesima pastorella, si sfidano a duello e si feriscono entrambi allo stesso modo.ci consente al dottore di ricucire le due metà e così il visconte di Terralba ritorno uomo intero, né cattivo né buono, un miscuglio di cattiveria e bontà.

Il focus dell’invenzione narrativa non sta nella riunificazione finale, ma nella scissione e ce lo conferma lo stesso Calvino nell’auto commento del 1960 dove dice: dimidiato, mutilato, incompleto, nemico assist esso e l’uomo contemporaneo.

I due lati non vogliono significare semplicemente il conflitto tra bene e male, ma alludono soprattutto alla condizione di disorientamento morale ed esistenziale in cui si trova l’uomo contemporaneo, sul quale pendono le diagnosi infauste e convergenti di Marx e di Freud.

 

Il barone rampante: il 15 giugno dell’anno 1767 il dodicenne Cosimo piovasco di Rond , rampollo di una nobile famiglia ligure con un atto di ribellione nei confronti dei genitori si arrampica su un albero da cui non scenderà mai più per tutta la vita.pur vivendo in condizioni ambientali inconsuete per un essere umano, riesce a istituire una serie di rapporti con il mondo circostante: con gli abitanti della cittadina di ombrosa, con il fratello Biagio che l’io narrante della storia, con gli amici d’infanzia con cui condivide giochi, con un coetanei fra cui Viola di cui si innamora, con amanti occasionali come Ursula, con filosofi come Diderot, con importanti personaggi della storia come Napoleone e come il principe Andrej del romanzo di Tolstoj.

Alla fine del racconto mentre l’Europa si trova in piena restaurazione, Cosimo si aggrappa all’ancora di una mongolfiera in transito e sparisce nel nulla.

Personaggio originale, salendo sugli alberi il protagonista attua una contestazione radicale di consuetudini e sistemi di vita che non condivide.il suo gesto esprime con evidenza la volontà di prendere le distanze e di osservare dall’alto la società umana, questa scelta non va intesa come una rinuncia a vivere. Pur vivendo distaccato da terra Cosimo continua a prendere parte alla vita della comunità.

Egli non presenta i caratteri di un uomo rinunciatario, per suo tramite Calvino entra nel dibattito sul ruolo dell’intellettuale, tornato particolarmente acceso all’indomani di fatti di Ungheria. Il regno degli alberi è da interpretare come la nuova casa del protagonista, il luogo dove si realizza l’utopia immaginata da Cosimo nella Repubblica d’arborea, il che significa che la terra comincia diventare un luogo inospitale e che gli esseri umani devono recuperare il contatto con la natura. Il barone rampante fornisce una prima importante testimonianza della propensione di Calvino per la dimensione utopica della letteratura.

Il cavaliere inesistente : Nel cavaliere inesistente, Agilulfo, paladino di Carlo Magno è un cavaliere coraggiosi gentile, fedele al codice di comportamento che esige il suo rango e perfino capace di provare sentimenti e di essere galante con le donne, ma possiede una caratteristica che fa di lui un individuo unico al mondo: quello di essere un’armatura vuota, priva di un corpo, animata dalla fede nei valori cavallereschi e dalla forza di volontà. Oggi Agilulfo sarebbe un eroe senza macchia e senza paura se solo avesse un corpo.

Con l’affacciarsi della società di massa gli eroi non hanno più ragione di esistere, perché valori che caricavano di aspettative edificanti la vita degli uomini hanno fatto naufragio. Nella nota al volume dei “nostri antenati“ Calvino pone la questione in termini davvero ultimativi, scostandosi anche dai profili problematici del visconte dimezzato e del barone rampante: oggi viviamo in un mondo di persone a cui la più semplice individualità è negata.il problema oggi non è ormai più la perdita d’una parte di se stessi, e della perdita totale di non esserci per nulla. Dall’uomo primitivo che essendo tutt’uno con l’universo poteva essere detto ancora inesistente perché indifferenziato dalla materia organica, siamo arrivati all’uomo artificiale che essendo tutt’uno qui prodotti è inesistente perché non fa più attrito con nulla, non ho più rapporto con ci che gli sta intorno, ma solo astrattamente funziona.

Alle soglie del boom economico Calvino diagnostica nel cavaliere inesistente la deriva dell’uomo nella società di massa e dei consumi, delle macchine e delle comunicazioni, condannato a vivere in un mondo artificiale e ridotto a un puro ingranaggio del sistema, senza poter più incidere sulla realtà, nel lasciare un segno del proprio passaggio sulla terra.

 

Per finire, possiamo affermare che Italo Calvino, è lo scrittore tra i più amati in Italia e non solo. Calvino è stato e continua a essere un punto di riferimento della cultura italiana, uno dei maggiori intellettuali del nostro tempo, tra gli autori più letti e più suggeriti nelle scuole a tutti i livelli.

Romanziere, scrittore, giornalista, figura di spicco per il suo impegno politico e civile, interessato al mondo del teatro, del cinema, della musica, del fumetto, dell’arte.