Roma da brivido: l’impavido tour tra strade e musei per la notte di Halloween

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ROMA –  Questo è senz’altro il periodo dell’anno più cupo: già da qualche giorno maltempo e nebbiolina, i sampietrini bagnati dall’umidità rendono le vie del centro più sinistre. Che siano solo leggende metropolitane o che ci si creda davvero, come tutte le città anche Roma acquista un fascino misterioso in previsione della festa di Halloween, nonostante la sua importazione anglosassone, e della notte dei morti.

E così, tra storie del passato e nuove suggestioni, ecco rivelarsi agli impavidi visitatori luoghi che, al crepuscolo, rivelano il loro lato più oscuro e affascinante.

A cominciare dal Museo delle Anime del Purgatorio, situato all’interno della Chiesa del Sacro Cuore del Suffragio, nei pressi del Lungotevere Prati: leggenda narra che nel 1894, in seguito ad un incendio, una piccola cappella dedicata alla Vergine del Rosario fu devastata dalle fiamme. Tra le tracce lasciate dall’incendio dietro l’altare, il parroco don Victor Jouët credette di riconoscere l’immagine di un volto umano dall’espressione infelice. La manifestazione lo spinse a credere che l’anima di un defunto in pena e condannata al Purgatorio volesse mettersi in contatto con i vivi. Il missionario decise così di partire per l’Europa per cercare documenti e testimonianze di fatti analoghi riuscendo a raccogliere parecchi oggetti provenienti da varie Stati del Vecchio Continente. I documenti conservati dimostrerebbero che i defunti del Purgatorio cercherebbero di attirare l’attenzione dei vivi per chiedere loro preghiere e messe di suffragio, affinché sia facilitato il loro passaggio in Paradiso.

Non lontano, sul Lungotevere in Sassia, sorge il Museo Storico Nazionale dell’Arte Sanitaria, nato allo scopo di raccontare l’evoluzione che portò la medicina ad essere considerata scienza e non magia. Ciò che rende misterioso questo luogo è il Laboratorio Alchemico, allestito scenograficamente in un’atmosfera di magia e superstizione. Dal soffitto pende un coccodrillo impagliato, spesso usato in antiche terapie,ma l’oggetto che più attira l’attenzione del visitatore è indubbiamente il calco della famosa porta ermetica – l’originale è nei giardini di piazza Vittorio -, i cui segni incisi si racconta rappresentino la formula della pietra filosofale.

Di grande fascino, specialmente di notte, è Castel Sant’Angelo, uno dei simboli più eccelsi di Roma, passato dall’essere mausoleo dell’Imperatore Adriano ad avamposto fortificato, da carcere a dimora rinascimentale fino ad oggi, che è un museo. Tuttora nel Museo Capitolino è conservata una pietra circolare con impronte dei piedi che secondo la tradizione sarebbero quelle lasciate dall’Arcangelo quando si fermò per annunciare la fine della peste del 590, ed è possibile visitare i suggestivi ambienti dedicati alle carceri, scenario di numerose storie da far accapponare la pelle.

Ma sicuramente ciò che non può mancare nel tour “alternativo” di un buon turista curioso è La Cripta dei Frati Cappuccini, situata nel Convento dei Cappuccini di Via Veneto: l’intero ambiente, dalle pareti alle volte, è “decorato” con le ossa di circa 4000, raccolti tra il 1528 ed il 1870 dal vecchio cimitero dell’ordine dei Cappuccini, che si trovava nella chiesa di Santa Croce e Bonaventura dei Lucchesi, nei pressi del Quirinale. La cripta è divisa in cinque piccole cappelle dove si trovano anche alcuni corpi interi di alcuni frati mummificati con indosso le vesti tipiche dei frati Cappuccini. All’ingresso della cripta sta scritto su una targa: “Quello che voi siete noi eravamo; quello che noi siamo voi sarete”. La scelta di decorare la cripta con le ossa, che potrebbe apparire lugubre e macabra, è in realtà un modo di esorcizzare la morte e di sottolineare come il corpo non sia che un contenitore dell’anima.

Non solo Musei: sempre leggenda vuole che via del Muro Torto, tra il Pincio e Villa Borghese, una volta ospitasse ladri, vagabondi e prostitute e che di notte diventasse il luogo prediletto dagli spiriti per passeggiare: vi si poteva incontrare ad esempio i carbonari Targhini e Montanari con in mano la testa che fu loro tagliata e regalare numeri vincenti ai passanti fortunati. Qualcuno ipotizza proprio qui si trovi il sepolcro di Nerone, e che sia possibile imbattersi anche in lui.

Invenzione, superstizione o verità?  Di certo, una buona occasione per allontanarsi dai soliti itinerari e, perché no, mettere un po’ alla prova il proprio coraggio.