Oggi a 50 anni dall’Austerity italiana, ricordiamo l’importante momento storico in cui, l’Opec, organizzazione dei produttori di petrolio, emanò il divieto di esportazione verso i paesi che sostennero l’Israele nella guerra del Kippur.
Con il termine “austerity” si fa riferimento al drastico contenimento del consumo energetico che si tenne a seguito della crisi petrolifera. Molti governi, tra cui lo stesso italiano, furono costretti a limitare i consumi e ridotti a momenti simili a quelli di guerra. Le luci delle città oscurate, le sale cinematografiche e i locali chiusi. Le misure adottate dal governo cambiarono la vita di molte persone, modificando usi e consuetudini.
Ma come spesso accade nel nostro Paese, ed è solito degli italiani, questi colsero il lato positivo e approfittarono del difficile momento per riscoprire il piacere di condividere momenti di vita insieme; non rinunciarono mai al divertimento, tornarono in strada a passeggiare e a spostarsi in bici.
Vennero anticipati gli orari di trasmissione del telegiornale, l’orario della cena e le chiusure degli uffici pubblici per spingere le persone ad andare a letto prima e risparmiare cosi energia elettrica. Le stesse aziende di rifornitura ridussero la tensione limitando, in tal modo, la possibilità di consumo.
L’austerity pian piano venne sostituita dal consumismo e dalla ripresa con l’arrivo degli anni Ottanta.