ROMA – Pessime notizie dai dati economici elaborati e diffusi dall’Istat. Nel secondo trimestre del 2014, il Pil è sceso dello 0,2% rispetto ai primi tre mesi dell’anno, quando la contrazione era stata dello 0,1%.
Il calo su base annua, invece, è addirittura dello 0,3%, con un valore reale di 340 miliardi: si tratta del peggiore secondo trimestre dal 2000. Nonostante le promesse del governo, che aveva puntato tantissimo sul bonus da 80 euro scommettendo che avrebbe invertito la rotta dell’economia, la crisi resta grave e, se possibile, peggiora. Ci si aspettava dei risultati vicini alla stagnazione (per la precisione, compresi tra -0,1% e +0,1%), invece è arrivata la doccia fredda dell’arretramento.
Accanto ai dati, ovviamente, l’Istat ha dato una spiegazione della situazione: “Il calo congiunturale – spiega l’Istituto di Statistica – è la sintesi di una diminuzione del valore aggiunto in tutti e tre i grandi comparti di attività economica: agricoltura, industria e servizi. Dal lato della domanda il contributo alla variazione congiunturale del Pil della componente nazionale al lordo delle scorte risulta nullo mentre quello della componente estera netta è negativo”.