Andretta, in fiamme l’auto dell’ex sindaco Caputo: strascichi post-voto?

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ANDRETTA (AV) – Un clima arroventato, quello che si respira ad Andretta a sei giorni dalla chiusura delle urne.

Nella tarda serata di giovedì, infatti, per cause in corso di accertamento è andata a fuoco l’auto – una Mercedes Classe C – di proprietà del professore Camillo Caputo, già due volte sindaco a metà anni Novanta e ora tra le personalità più stimate ed influenti sul piano umano e politico. L’iniziativa di solidarietà organizzata per ieri sera è stata infatti piuttosto affollata da persone che hanno voluto esprimere la propria vicinanza a Caputo.

L’auto era parcheggiata in Piazza IV Novembre, una zona leggermente defilata del pieno centro storico. Ne rimane solo la carcassa, immediatamente sottoposta a sequestro dall’autorità giudiziaria, mentre i militari dell’Arma hanno subito avviato le indagini. Il professore Caputo, come sua abitudine per la passione che l’ha sempre contraddistinto, anche in questa campagna elettorale è stato parte attiva, intervenendo in un comizio che ha lasciato più di uno strascico: “Ma sono intervenuto come cittadino – tiene a precisare -, non come candidato consigliere” nella lista “Continuiamo per voi”, guidata dal sindaco uscente Angelo Antonio Caruso. Durante il suo intervento dal palco, mercoledì 21 maggio, “per tre volte fu calpestato il mio diritto alla cittadinanza e alla parola. Non era mai successo che un comizio venisse interrotto”, ricorda con la voce che tradisce tensione e amarezza.

Ad Andretta, la campagna elettorale che ha condotto alle amministrative dello scorso 25 maggio, si è svolta in un clima di tensione: prima per la ricusazione della lista che candidava il sindaco uscente, poi per l’attesa relativa all’esito del ricorso e, in ultimo, per l’esito del voto: Giuseppe Guglielmo, unico candidato sindaco in campo, non è riuscito a raggiungere il quorum necessario a vincere le elezioni. Una situazione che ha infiammato gli animi del piccolo paese altirpino. E Caputo, partendo dal suo comizio interrotto per ben tre volte, non lesina i termini e parla di una “escalation: non ho mai avuto richieste estorsive. Più semplicemente, qualcuno ha voluto elevarmi a nemico. Si è partiti dal comizio, si è passati per la tentata aggressione nella serata di domenica scorsa, fino ad arrivare a questo vero e proprio atto criminoso e criminale, indegno di una comunità civile che mai ha respirato un’aria del genere. Sono allibito – prosegue Caputo -, non ho avuto nessuna solidarietà da chi l’altra sera era in piazza a festeggiare”.

Le indagini sono in corso, e il professore si dice “a disposizione dell’autorità giudiziaria, ma anche di chi vorrà dar vita ad un discorso di legalità e di trasparenza, di cui sono sempre stato tutore”. A stigmatizzare i toni usati in nel maggio andrettese anche Pasquale Guglielmo, candidato consigliere nella lista a sostegno di Giuseppe Guglielmo, che attraverso una nota fa sapere: “E’ stata una campagna elettorale a dir poco anomala e con toni accesi e provocatori”, afferma. Guglielmo lancia poi un messaggio “a tutti coloro che nel nostro comune fanno a vario titolo politica: se deve essere questo, per i prossimi giorni, mesi, anni, il modo di fare politica, non penso che né noi né tantomeno i nostri figli ne trarremmo positività. In un paese civile tutti questi accadimenti non si possono tollerare, mi auguro che tutto questo odio esternato in questi ultimi giorni possa trovare fine. Se questo messaggio non viene ascoltato e quindi non condiviso – prosegue Pasquale Guglielmo prendendo fortemente le distanze  dalle modalità con le quali spesso si portano avanti dibattiti nelle piccole comunità -, io sarò il primo a ritirarmi da questo scellerato modo di fare politica, in quanto non ho nessuna intenzione di farmi imprigionare da questi sistemi così antichi ed inopportuni che fanno solo del male ad una società civile quale la nostra”.