BAGHDAD – Rischia seriamente di precipitare la situazione in Iraq. Nel pomeriggio di ieri, il ministro per i Diritti Umani, al-Sudani, ha comunicato la morte di circa 500 yazidi, fornendo anche particolari raccapriccianti. Le vittime, per la maggior parte donne e bambini, sono state sepolte vive in fosse comuni.
Gli Usa, intanto, non fermano le incursioni aeree mirate: grazie ad essi, 20mila dei 40mila intrappolati sui monti del Sinjar sotto la scure jihadista hanno potuto trovare una via di scampo in Siria. La stessa Siria ha contribuito, attravewrso la propria aviazione, a distruggere postazioni dell’IS.
Non è tutto, perché il caos in Iraq di allarga alla sfera politica. E’ infatti scontro aperto tra al Maliki, capo sciita del governo, e il presidente Fuad Musam.Il primo ha schierato le forze a lui fedeli – esercito, polizia e unità antiterrorismo – a difesa della Zona Verde, quella dove sono i luoghi del potere iracheno. Al Maliki non vuole rinunciare al terzo mandato, forte della pronuncia dell’Alta Corte irachena che gli dà ragione. All’orizzonte il pericolo di colpo di Stato, con le forze internazionali (Usa e Onu) che già hanno ritirato l’appoggio al capo del governo, sostenendo invece il presidente Musam.