ROMA – Dopo quattro ore di camera di consiglio, la Corte di Cassazione ha confermato la condanna inflitta a Marcello Dell’Utri per concorso esterno in associazione mafiosa.
Sette anni di reclusione per l’ex senatore di Forza Italia, come ha deciso la Corte su richiesta della Procura della Cassazione, presieduta da Aurelio Galasso. La sentenza della Corte d’Appello di Palermo, emessa oltre un anno fa, diviene dunque esecutiva. “Ricorreremo alla corte di Strasburgo”, fanno sapere i legali di Dell’Utri, Giuseppe DI Peri e Massimo Krogh. Dell’Utri è ora in ospedale a Beirut, dov’è piantonato dopo essere stato ritrovato in seguito alla fuga.
La sentenza, come detto, conferma le accuse della Procura, che aveva sostenuto che “per diciotto anni, dal 1974 al 1992, Marcello Dell’Utri è stato garante dell’accordo tra Berlusconi e Cosa nostra. In quel lasso di tempo, siamo in presenza di un reato permanente”. La sentenza del 2012 che aveva disposto la ripetizione del processo d’appello, aveva aggiunto che “l’accordo tra Berlusconi e Cosa nostra, con la mediazione di Dell’Utri, c’è stato, si è formato nel 1974 ed è stato attuato volontariamente e consapevolmente”.
Massimo Krogh, legale dell’ex senatore e numero uno di Publitalia, durante la sua arringa aveva affermato che “Dell’Utri è molto provato da vent’anni di indagine. La sua iniziativa di rigugiarsi in Libano può essere non condivisibile, ma può aver perso la testa e commesso una stupidaggine”.