Guardia Lombardi, grandi emozioni per il concerto in memoria di Gaetano Sica

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Il 15 settembre alle ore 18,00 presso la Chiesa Madre di Guardia Lombardi si è tenuto un concerto per ricordare Gaetano Sica, per tutti Nini’. La Chiesa era gremita di tantissimi amici, conoscenti, familiari ma anche di tante persone che lo hanno conosciuto attraverso le parole e gli scritti della figlia Emanuela Sica (che ha organizzato l’evento). Nini’ era amico di tutti…anche di chi non era in linea con i suoi ideali, con il suo pensiero. È stato, questo, un modo diverso per commemorare chi non c’è più attraverso alcune delle musiche che amava tanto. Non ci sono state parole di dolore ma udirete soltanto la bellezza di melodie senza tempo eseguite dalla #MelosFilarmonica. Nini’ rifuggiva la tristezza ma coltivava campi sterminati di simpatia. Sorridere era il suo segno distintivo.
Ecco il PROGRAMMA eseguito tra gli applausi scroscianti di un pubblico attento e partecipativo.
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A. Vivaldi Concerto in La magg. per archi
A. Vivaldi Concerto in Sol min. per 2 violoncelli e archi RV 580
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G. B. Pergolesi Concerto in Sol magg. per flauto, archi e continuo
O. Respighi Antiche Arie e Danze per liuto
N. Rota “Gattopardo” Valzer di Verdi e Valzer del Commiato
E. Morricone “La Califfa” Tema – “Il pianista sull’oceano” Tema
E. Morricone “Nuovo cinema paradiso” Tema del cinema e Tema dell’amore
E. Morricone “C’era una volta in America” Tema
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DETTAGLI ESPLICATIVI SUL CONCERTO
L’Italian style, o stile italiano, è un concetto che si riferisce alle caratteristiche distintive e alle influenze artistiche che sono state associate all’Italia e alla sua cultura nel corso dei secoli. Nel contesto della musica classica, questa ha avuto un ruolo fondamentale nello sviluppo di stili e generi, influenzando profondamente il panorama musicale europeo e mondiale. Si tratta di uno stile che nella fattispecie è spesso associato a caratteristiche come l’emozione, l’espressività, la melodia ricca e coinvolgente e l’attenzione all’interpretazione vocale. Dal Seicento in avanti, l’Italia è stata il polo di assoluta eccellenza per lo sviluppo della musica; con C. Monteverdi cominciava infatti la grande influenza della scuola italiana. Nacquero dunque i primi centri compositivi e violinistici, dalla scuola romana con A. Corelli, a quella veneziana con A. Vivaldi, a quella napoletana con A. e D. Scarlatti, D. Cimarosa, G. Paisiello. Attorno ad esse gravitarono i più importanti musicisti italiani dell’epoca: G. Bononcini, F. M. Veracini, T. Vitali, T. Albinoni, G. Torelli, N. Porpora, A. e B. Marcello, A. Bonporti, P. Locatelli ed altri. Questi, viaggiando e lavorando per le corti europee, diffusero lo stile italiano e contribuirono in maniera significativa allo sviluppo di quest’arte. A tal proposito è bene menzionare G. Tartini, che esercitò una rilevante e duratura influenza come violinista, pedagogo e compositore. Ciò nondimeno, nello stesso periodo si svilupparono e diffusero il melodramma, con il primo teatro d’opera pubblico inaugurato a Venezia nel 1637, e la liuteria, con la scuola bresciana di G. Da Salò, G. P. Maggini e quella cremonese di A. Amati, A. Stradivari, G. Guarnieri, i cui strumenti sono ancora oggi tra i più prestigiosi e preziosi al mondo. Il programma di questo concerto vuole tracciare un breve excursus di questa grande tradizione.
Il concerto ha inizio con il “Genio di Vivaldi” e l’esecuzione di due composizioni della sua grandissima produzione, che possono dare un’idea dell’immenso talento del compositore italiano e della sua infinita fantasia. La sua musica spazia da quella profana, tra cui sonate, concerti per orchestra d’archi e per strumenti solisti (archi, fiati, tastiere e a pizzico) a quella sacra, corale e operistica. Ascoltando i suoi concerti si è subito travolti da un magnifico flusso musicale e ritmico che trasmette una grande vitalità. Si prosegue con G. B. Pergolesi, con un concerto per flauto e archi; egli fu uno dei grandi rappresentanti della scuola napoletana ed è considerato uno dei maggiori musicisti italiani del Settecento, contribuì inoltre enormemente allo sviluppo e al successo dell’opera buffa (una su tutte “La serva padrona”). Dal XIX secolo seguirono i grandi compositori del melodramma italiano (Rossini, Bellini, Donizetti, Verdi, Mascagni, Leoncavallo, Giordano, Cilea, Puccini) con un’immensa e straordinaria produzione lirica, che ha lasciato un’impronta indelebile nella storia della musica.
Nel XX secolo, l’Italia ha continuato a contribuire alla musica classica attraverso compositori come Malipiero, Casella, Pizzetti, Dallapiccola, Respighi. Di quest’ultimo sarà eseguita la III Suite per archi “Antiche Arie e Danze per Liuto”, una Suite che raccoglie alcuni antichi brani italiani del Cinquecento e Seicento; nella prima metà del Novecento vi furono infatti una ricerca e uno studio della musica antica; è, di quegli anni, ad esempio, la riscoperta della produzione vivaldiana e non solo. A.Travajoli,Riz Ortolani, N. Rota, E. Morricone; ecco alcuni compositori italiani della seconda metà del Novecento, tra i principali artefici del connubio tra musica, storie e immagini nel cinema. Grazie alle loro colonne sonore, arrangiamenti e brani per il grande schermo, hanno contribuito alla diffusione dello stile italiano nel mondo anche in quest’ambito. Saranno eseguiti il Valzer di Verdi ed il Valzer del Commiato di N. Rota, brani tratti dal “Gattopardo”. Infine, i temi tratti da “La califfa”, “Il pianista sull’oceano”, “Nuovo Cinema Paradiso” e “C’era una volta in America” di E. Morricone.

Emanuela Sica ci racconta: “Scrissi “Fra il tuo paese e il mio” poco dopo la morte di mio padre, avvenuta il 24 dicembre del 2017. La chiusa non lasciava scampo. La separazione tra i nostri mondi restava inequivocabilmente legata a quel portone che non si apriva. Tuttavia ieri sera, grazie alla musica, quel portone si è spalancato e così il finale è stato cambiato aggiungendo dei versi nuovi. Papà è tornato in mezzo a chi lo ha amato per tutto il tempo del concerto. La Melos Filarmonica ha infiammato gli animi di tutti, sono stati eccezionali e straordinari. Ringrazio ogni singola persona che ha trovato il tempo di esserci per ricordare Ninì…avrei voluto abbracciarli uno ad uno ma non mi è stato possibile, ci ha pensato luistringendoli con il suo sguardo, da lassù, mentre ascoltava quelle melodie che amava tanto”

Fra il tuo paese e il mio c’è un portone.

Separa le ciliegie dai cipressi.

I fiori che sbocciano da quelli recisi.

Il respiro dall’assenza.

Le voci dal silenzio.

Il sole dai lumini.

Il letto morbido dalla pietra.

Il canto delle allodole dai gufi.

Ti ho perso e ti ritrovo nel tempo dei ricordi.

Quando abitavi nel mio paese.

L’estate vestiva di frescura nei tuoi sorrisi.

L’inverno vestiva di tepore nei tuoi abbracci.

Fra il tuo paese e il mio c’è un portone.

I vivi separati dai morti.

Nel vento rimane il dolore dell’addio

come fionda dal cuore bussa al portone

senza mai trovare pace.

E tu non mi apri.

*

Ma stasera

….forse la musica riesce

a unire questi due paesi lontani

sul dorso del vento si muove

la stessa melodia

io la sento, tu la senti

cielo e terra si abbracciano.

Ecco, il portone si apre…