Il Napoli rallenta, Calaiò riagguanta gli azzurri: la Roma è a +6

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NAPOLI – Un punto che serve solo a veder scappare la Roma. Il calcio di punizione dell’applaudito ex, Emanuele Calaiò, rompe una situazione surreale, nella quale il Napoli sembra aver tirato i remi in barca. Azzurri da complessivamente da rivedere, specie in relazione alla prestazione offerta nella ripresa.

Il primo tempo, invece, sembra il prologo di una grande gara. Da solo, il cucchiaino con cui Gonzalo Higuain scavalca Perin vale tutto il prezzo del biglietto. Il minuto è il diciottesimo, e fino a quel momento il Napoli aveva concesso davvero poco al Genoa di Gasperini. Il Grifone difende con cinque uomini fissi, che affollano le corsie laterali, di fatto paralizzandole.

Ma l’inizio di gara del Napoli convince gli azzurri che per vie centrali si può fare male. I primi cinque minuti, dal lato di Mertens (ottimo come al solito, ma stasera più del solito innamorato del pallone), sviluppano un gioco aggressivo, deciso, convinto e molto tecnico. Il Genoa non tocca palla per trecento secondi, e l’atteggiamento è sufficiente ad impostare un’intera gara fin dalle prime battute. Dopo qualche patema in difesa – ottimo il salvataggio di Fernandez su conclusione di Konatè -, è proprio dalle vie centrali che arriva la rete del Pipita, servito in profondità da un preciso filtrante di Hamsik.

Il Napoli ha grande voglia di giocare, riesce ad imbrigliare un Genoa che si difende ad oltranza e riparte, oltre a spezzare il gioco con le pessime entrate di Matuzalem, ammonito su Behrami. La squadra di Benitez trova sempre (o quasi) l’uomo libero, anche se spesso e volentieri sceglie di sviluppare la manovra sulla sinistra, dove Mertens tocca un’infinità di palloni, ignorando a destra Callejon e Reveillere. Jorginho, che gioca basso come metodista, sembra soffrire la marcatura di Matuzalem e la presenza di un mediano vero e proprio come Behrami, anziché quella di Inler, fisico ma con piedi migliori.

La ripresa vede un diverso atteggiamento da parte del Napoli, che attacca con meno uomini per non farsi trovare troppo sbilanciato. Il Genoa, dal canto suo, senza Gilardino e con Fetfadzidis, guadagna imprevedibilità e perde fisicità, che riconquista con l’ingresso di Calaiò. In questa situazione, con i rossoblù costretti a fare la partita, viene fuori l’importanza di Behrami, che ferma tantissime delle avanzate degli uomini di Gasperini. Reveillere, bloccato in difesa, si concentra sulla marcatura di Sculli (che pure si procura un’importante opportunità proprio da quel lato), mentre Ghoulam scende con maggiore regolarità e pericolosità. Interessante l’intesa che si sta creando con Mertens, più volte foriera di pericoli per i difensori genoani. L’algerino, inoltre, evidenzia buoni progressi anche in fase difensiva.

Il raddoppio non arriva, e quando Calaiò tira fuori il coniglio dal cilindro ci si accorge che probabilmente quello era un finale già scritto. 

TABELLINO

NAPOLI (4-2-3-1): Reina; Reveillere, Fernandez, Albiol, Ghoulam; Behrami, Jorginho (dal 35′ s.t, Inler); Callejon, Hamsik (dal 27′ s.t. Insigne), Mertens (dal 41′ s.t. Pandev); Higuain. A disp.: Colombo, Contini, Henrique, Britos, Maggio, Radosevic, Dzemaili, Zapata. All. Rafael Benitez

GENOA (4-3-3): Perin; Antonini, De Maio, Burdisso; Motta (dal 18′ s.t. Calaiò), Matuzalem, Bertolacci, Antonelli; Konate, Gilardino (dal 1′ s.t. Fetfatzidis), Sculli (dal 33′ s.t. Centurion). A disp.: Bizzarri, Albertoni, Cofie, Marchese, De Ceglie, Sturaro, Cabral, Portanova. All. Gasperini
ARBITRO: Banti di Livorno

MARCATORI: Higuain al 18′ p.t., Calaiò (G) al 39′ s.t.

NOTE: ammoniti Matuzalem (G), Sculli (G), Albiol (N), Higuain (N) e Callejon (N) per gioco scorretto, Hamsik (N) e Mertens (N) per comportamente non regolamentare