LACEDONIA (AV) – Torna prepotentemente alla ribalta, a Lacedonia, la questione relativa alla costruzione, ad opera di Alisea, dell’elettrodotto Terna da 150 Kw, che partendo da contrada Macchialupo, a Lacedonia, scenderebbe a valle e poi risalirebbe in zona Pauroso fino ad espatriare in agro di Bisaccia, dove andrebbe a morire nella sottostazione situata sull’altopiano del Formicoso.
Domani sera, infatti, alle 18, presso i locali del Museo della Religiosità Popolare, in Piazza Tribuni, si terrà un incontro pubblico organizzato dal Comitato No Alta Tensione, fondato nei mesi scorsi dal consigliere di maggioranza Michele Russo. Un incontro dal titolo molto esplicito, “La svendita del territorio in favore di parchi eolici ed elettrodotti, tra i beni demaniali espropriati e il silenzio della pubblica amministrazione“, al quale prenderanno parte i rappresentanti dei comitati sorti nei paesi del circondario contro l’eolico selvaggioo: il comitato Vorie di Vallata, del quale fa parte anche l’avvocato Nicola Cicchetti, che sta seguendo il comitato di Lacedonia nelle vicende giuridiche legate all’infrastruttura aerea, e il comitato Nessuno Tocchi Piano San Pietro, nato per difendere questo territorio di Bisaccia che, stando al progetto, dovrebbe essere anch’esso occupato dall’elettrodotto, che nascerebbe in contrada Macchialupo, a Lacedonia, per morire nella sottostazione situata sull’altopiano del Formicoso.
E’ prevista anche la partecipazione di Antonio Mango, direttore provinciale della Confederazione Italiana Agricoltori, il quale testimonierà gli svantaggi per le aziende agricole derivanti dalla costruzione di un’opera come un elettrodotto. “Porteremo a conoscenza dei cittadini – afferma lo stesso Russo – quello che è stato fatto, quello che si sta facendo e quello che si farà contro la realizzazione di questo progetto”. I comitati sono fermi sulla loro proposta di partenza: l’opera va interrata. L’amministrazione comunale guidata dal sindaco Rizzi si è detta sin dal principio favorevole a quest’ipotesi, offrendo ad Alisea la piena disponibilità di terreni, strade e tratturi comunali per procedere alla realizzazione di un cavidotto anziché di un’infrastruttura aerea. Eventualità che la società costruttrice ha invece reputato troppo dispendiosa.