ROMA – Si aprono due fronti caldissimi nel governo Renzi e nella maggioranza che lo sostiene.
Il primo riguarda l’adeguamento degli stipendi della Pubblica Amministrazione. In un nuovo incontro con i sindacati, il ministro Marianna Madia ha confermato la posizione dell’esecutivo. Niente soldi per il momento.
“La riapertura del contratto – ha affermato la titolare del dicastero – è nell’agenda del governo, ma nel 2015 non sono previste in bilancio risorse per i rinnovi contrattuali. Abbiamo scelto di avvantaggiare chi stava peggio – ha proseguito la Madia -, tra cui un lavoratore pubblico su quattro che riceverà gli 80 euro di bonus“. La ministra ha poi garantito che “nessuno perderà il posto per effetto della riorganizzazione“. Delusa la Cgil, con la Camusso che ha criticato l’atteggiamento del governo: “Non abbiamo avuto nessuna risposta“, ha affermato.
L’altro fronte bollente è quello del lavoro, per il quale è nato un vero e proprio scontro all’interno della maggioranza. Il disegno di legge verrà infatti modificato con l’inserimento di un emendamento che recepisce le posizioni della minoranza del Partito democratico. Una mossa figlia della direzione nazionale di pochi giorni fa, durante la quale si era avuto un avvicinamento tra una parte della minoranza interna e le posizioni del presidente del Consiglio. Si tratta di una modifica relativa ai licenziamenti con reintegro: si tratta dei licenziamenti disciplinari per i quali, come ha affermato ieri il sottosegretario al Lavoro teresa Bellanova, “la reintegra nel posto di lavoro non verrà cancellata per essere sostituita da un indennizzo“.
Una posizione che ha scatenato la reazione del Nuovo Centrodestra: “L’annuncio sull’emendamento del governo – ha affermato il responsabile Welfare del partito, Maurizio Sacconi, che aveva raggiunto un accordo col ministro Poletti – non corrisponde a quanto concordato. Se vedessimo un testo diverso da quello che conosciamo ce ne andremmo dalla commissione e si aprirebbe un bel contenzioso nella maggioranza“.