ROMA – Tanto tuonò che piovve. Come del resto era prevedibile rispetto alla proposta Renzi-Berlusconi nel giorno utile per la presentazione degli emendamenti ne sono arrivati dal Partito democratico ben 30.
E nello stesso giorno Renzi avverte: “Senza accordi tutti a casa”. Intanto, si parla di un termine di 90 giorni da assegnare al Governo ed in particolare al Ministro dell’Interno per ridisegnare i collegi elettorali. I temi degli emendamenti Pd riguardano l’abbassamento delle soglie di sbarramento per i partiti in coalizione (dal 5 al 4 per cento) e dei partiti che si presentano da soli (dall’8 al 6 per cento). Chiesto anche un aumento della percentuale di voti per ottenere il premio di maggioranza al 38 /40 per cento. Diversi emendamenti riguardano la parità di genere e alcuni propongono altri sistemi elettorali per una maggiore vicinanza tra elettori ed eletti. Altri, sempre firmati da singoli deputati, chiedono l’introduzione delle preferenze e le primarie per legge. Intanto da Firenze il segretario del Pd Matteo Renzi torna a farsi sentire sulle trattative in corso a Roma. “Vanno bene gli emendamenti, però, se si affossa la legge elettorale è difficile pensare a uno spazio di speranza per questa legislatura. Ma io sono ottimista”.