Quando dinanzi al genio creativo e all’estro giovanile si inchinano passione e studio, ogni sfida è vinta in partenza. E mentre noi pensiamo che ormai tutto sia perduto in questa Italia troppo bradipo e poco gazzella, i veri duri iniziano a giocare.
Proprio come hanno fatto Pasquale Vittorio D’Avino e Francesco De Falco, due studenti napoletani Under 28 della facoltà di Giurisprudenza presso la Luiss Guido Carli di Roma. Non importa con quanto sacrificio a ventitré, l’uno, e ventiquattro anni, l’altro, hanno scalato e scaleranno ancora alte vette. Non importa in che settore, conta solo averci creduto. E loro lo hanno fatto. Hanno trasformato il proprio sogno in una solida realtà, vincendo una scommessa tutta italiana e tutta campana con caparbietà, da lasciarsi alle spalle ogni timore.
È nato così LES BOHÉMIENS, il nuovo brand di moda maschile in cui originalità, arte contemporanea e artigianalità italiana si incontrano dando forma ad uno stile sui generis, votato alla libertà e all’anticonformismo. Con sede operativa a Monza e una fitta rete di collaboratori sparsi in tutta la Penisola, il neonato marchio partirà con una collezione S/ S 2015 di alta maglieria per poi svilupparsi sul total look. Ma la regina indiscussa del marchio rimane la t-shirt, che da elemento basic del guardaroba maschile si trasforma in un capo ricercato, impreziosito da inserti di materiali più vari e di stampe digitali, che reinterpretano i soggetti del passato con linee moderne e innovative. Non c’è, dunque, nulla di monotono e banale nello stile di LES BOHÉMIENS, dietro cui si cela un modus vivendi estroso e poco ortodosso, ispirato – va da sé – alla Bohéme francese e ai suoi ideali di anticonvenzionalità ed emancipazione.
Ed è proprio dalla convinzione di un cambiamento necessario nel mondo della moda che i giovani fondatori hanno dato vita a un brand rivoluzionario, che rompe con gli stereotipi e si ribella alle consuetudini del settore, divenendo perciò precursore di un’ondata di freschezza e innovazione. Perché “lentamente muore – diceva P. Neruda – chi è schiavo dell’abitudine”. E forse, a conti fatti, uno dei tanti motivi dell’appiattimento giovanile italiano è proprio questo, ma Pasquale e Francesco lo hanno sconfitto sonoramente.
Complimenti, ragazzi!