Licenziata, reintegrata e ora a tempo: non si ferma l’odissea dell’operaia di Aquilonia della IMS

627

AQUILONIA (AV) – Sembra ancora lontana dalla conclusione la vicenda riguardante la donna di Aquilonia licenziata e poi reintegrata dalla I.M.S. S.r.l. di Morra De Sanctis.

Ne avevamo parlato poche settimane fa, dando appunto notizia del suo reintegro ad opera dell’azienda operante nella zona industriale del paese che ha dato i natali a Francesco De Sanctis. Oggi dobbiamo invece registrare una nuova puntata di questa triste vicenda. “La sua attività lavorativa continuerà solo temporaneamente e fino a che sarà possibile mantenerla in sovrannumero”. E’ la parte finale della lettera, datata 31 marzo 2015, che l’azienda ha inviato alla donna aquiloniese, di fatto preannunciandole un licenziamento. La firma in calce alla missiva è di Antonio Di Bari, amministratore unico della I.M.S. S.r.l..

La donna fu assunta nel 1997 con mansioni da operaio dalla I.M.S. S.p.a. (attiva dal 1991), dalla quale nacque nel 1999 la nuova creatura industriale che produce e vende componenti elettromeccanici per l’industria degli elettrodomestici. Dopo poche settimane, la vicenda torna alla ribalta a causa di questa nuova e inattesa puntata.

A metà marzo si era registrato il reintegro della donna sul posto di lavoro, dopo che la stessa aveva fatto ricorso contro la decisione assunta dall’azienda. Il ricorso era avverso al pronunciamento di inidoneità alle mansioni di lavoro: esso era stato generato dal medico interno all’azienda stessa e non, come invece previsto dalla legge, della commissione Asl competente. Quest’ultima si era poi pronunciata il 10 marzo scorso in favore invece della idoneità della donna. Tutto era nato nel 2007, quando ella era rimasta vittima di un incidente stradale che l’aveva purtroppo resa inabile ad un arto superiore. Reintegrata nel 2012, dopo anni di vero calvario, il 17 luglio di quell’anno si era vista recapitare il pronunciamento del medico aziendale. Tre mesi più tardi, sempre l’azienda aveva comunicato alla lavoratrice l’intenzione di impiegarla, “sebbene in sovrannumero, con le mansioni stabilite”.

Dopo una battaglia a colpi di documenti, si è giunti a questo “pre-licenziamento”. Abbiamo contattato l’amministratore, il quale si è detto “non interessato all’argomento”. Un secco “no comment”, dunque, per di più delegato alla segretaria. Ma in sostanza, la I.M.S. attacca il giudizio medico della Asl di Avellino: ritiene che in esso manchino del tutto i presupposti perché possa definirsi una modifica. In buona sostanza, l’azienda resta persuasa dell’inidoneità della donna relativamente alle mansioni da svolgere sul posto di lavoro.

Un reintegro durato poche settimane, insomma. Ma siamo certi che finirà così?