ROMA – Fuoco incrociato su Enrico Letta. E la ragione, neanche a dirlo, sono le preferenze.
Dopo che ieri sera il presidente del Consiglio, dagli studi di Otto e Mezzo, si era detto favorevole ad un “maggiore coinvolgimento dei cittadini”, oggi gli arrivano risposte molto decise. A replicare sono dirigenti del Partito democratico nonché ministri del suo governo ed esponenti di Forza Italia.
Dario Franceschini, titolare del dicastero per i Rapporti con il Parlamento, conversando con i giornalisti ha preso una posizione quasi del tutto “schiacciata” sull’Italicum: “Vedo che (le preferenze, ndr) sono diventate improvvisamente popolarissime. Ma oggi sarebbe un errore enorme reintrodurle, potrebbero far saltare l’intesa raggiunta”. Franceschini ha poi aggiunto: “Le preferenze causerebbero danni al sistema politico e alla sua trasparenza, facendo aumentare a dismisura i costi delle campagne elettorali dei singoli candidati, con tutti i rischi connessi, e non sempre porterebbero in Parlamento i migliori”.
Sull’altro versante dell’intesa, quello di Forza Italia, il “no” secco e deciso alla reintroduzione delle preferenze è stato comunicato da Denis Verdini a Maria Elena Boschi. Gli emissari di Berlusconi e Renzi hanno fatto il punto della situazione, dopo che il segretario aveva aperto dicendo che le cose si possono cambiare “se c’è l’accordo tra tutti”. Da Verdini, come detto, è giunto un altolà fermo, che va a rinfocolare la minoranza del Pd, fortemente contraria all’accordo con Berlusconi soprattutto in questo punto.