Marò, New Dehli: Non invocheremo la pena di morte

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NEW DEHLI – Il tempo stringe, e New Dehli cerca di prendere finalmente una posizione, dopo due anni di detenzione – senza la formulazione del benché minimo capo d’accusa – dei nostri due fucilieri di Marina. 

Stando a quanto diramato dall’agenzia di stampa indiana Pti, infatti, il ministero dell’Interno ha comunicato alla Procura generale il proprio accordo a che nel caso dell’incidente che coinvolge Massimiliano Latorre e Salvatore Girone non sia invocata la pena di morte. Tuttavia, il ministero ha espresso l’opinione che nei confronti dei due sia comunque utilizzata la Sua Act (la legge per la repressione della pirateria), che nella sua formulazione la prevede automaticamente. 

In apparenza un controsenso, ma nella pratica il ministero dell’Interno indiano è d’accordo a non invocare la pena di morte, ma ritiene debba essere comunque utilizzatala la legge antipirateria, che prevede la pena capitale. Alle anticipazioni della Pti si è affiancato il quotidiano in lingua inglese The Indian Express, che ha scritto che a suggerire una simile presa di posizione sia stato lo stesso procuratore generale Golam Vahanvati. Va ricordato che la Corte Suprema indiana ha fissato nel 10 febbraio il termine ultimo perchè venga formulato un capo d’accusa nei confronti di Massimiliano Latorre e Salvatore Girone. Nelle more, l’Italia ha avanzato richiesta di autorizzazione al rientro in patria.