ROMA – Giornata intensa per la politica italiana, impegnata sul fronte governo. Le dimissioni irrevocabili che Enrico Letta ha consegnato a ora di pranzo nelle mani del Presidente della Repubblica hanno innescato una serie di reazioni tra i partiti, a causa della decisione dello stesso Napolitano di non parlamentazrizzare la crisi ma di procedere a consultazioni con i gruppi parlamentari.
Così, dopo i presidenti di Senato e Camera, Grasso e Boldrini, saliti al Quirinale, come vuole la prassi, prima di tutti gli altri, è stato il turno dei gruppi, partendo dal misto di Palazzo Madama e poi da quello di Montecitorio. Domani mattina sarà il turno delle altre delegazioni: si inizierà alle 10 con le minoranze linguistiche. Si chiude alle 18 con Forza Italia e alle 18:30 con il Partito democratico. Per gli azzurri salirà al Quirinale Silvio Berlusconi con i capigruppo di Camera e Senato, mentre i democratici saranno rappresentati da Roberto Speranza e Luigi Zanda. Proprio Berlusconi, dalla Sardegna, è tornato ad attaccare frontalmente Napolitano: “Hanno messo in atto una nuova strategia della distruzione. Infatti – ha affermato il Cavaliere – ho avuto da più parti notizie di un vertice tra la più alta carica dello Stato, i vertici dell’Anm e del Partito democratico. Si sono detti, sconsolati: se non facciamo qualcosa di serio e questo qui non ce lo togliamo dai piedi rivince anche le prossime elezioni”.
Dal canto loro, M5S e Lega Nord hanno già fatto sapere che diserteranno l’appuntamento con Napolitano. Salvini aveva chiesto di allargare la delegazione ad un presidente di Regione, uno di Provincia ed un sindaco, ma ha ricevuto un diniego. I pentastellati, invece, sono stati piuttosto secchi, con Grillo che ha scritto: “Risparmiateci una presa per il c…”, definendo poi Renzi un “carrierista senza scrupoli”.