BENEVENTO – E’ finito in manette Arturo Sparandeo, 60 anni, beneventano e appartenente all’omonimo clan. Per lui l’accusa è di aver imposto l’acquisto di partite di carne, macellata da una specifica ditta di distribuzione, al titolare di un supermercato della città; inoltre, avrebbe richiesto un “contributo” di 1000 euro in contanti per gli affiliati del suo clan, detenuti in carcere. Il 60enne dovrà ora rispondere di tentata estorsione gravata da metodo mafioso.
L’indagine – secondo quanto riferito dal vice questore aggiunto Giovanna Salerno – risale all’ottobre 2011 e sarebbe partita dalla denuncia del titolare dell’esercizio commerciale, vittima del racket. L’operazione è stata eseguita dagli uomini della terza sezione della Squadra Mobile di Benevento, in esecuzione dell’ordine di custodia cautelare della Direzione Distrettuale Antimafia – Procura della Repubblica di Napoli.
Arturo Sparandeo è il più anziano dei fratelli membri del clan beneventano, e quindi è ritenuto il punto di riferimento della famiglia. Ha inoltre diversi precedenti per tentata estorsione, furto, detenzione illegale di armi e associazione a delinquere. Dopo l’arresto, l’uomo è stato trasferito presso la Casa Circondariale di Poggioreale”, a Napoli, dove è stato sottoposto all’interrogatorio dal magistrato di turno.
Intanto, l’attività investigativa continua, per accertare se altri commercianti siano stati minacciati e abbiano subito tentativi di estorsione.