Paradossi all’italiana: Schettino l’antipanico

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Torna a stupirci, Schettino. E questa volta lo fa dietro una cattedra della facoltà di Medicina della Sapienza di Roma con una “lectio magistralis” sulla gestione del panico. Nella scelta surreale di proporre Schettino come esperto esterno della lezione finale di un master in Scienze Criminologiche organizzato dalla cattedra di Psicopatologia forense, non c’è più spazio per le accuse. Dimentichi del fatto che l’ex comandante sia stato imputato di omicidio colposo plurimo, disastro colposo e abbandono di nave, con tanto di nonchalance gli è stata anche data la possibilità di commentare, al di fuori di un’aula di tribunale, i momenti più difficili e bui di quello da lui definito “solo” un incidente. Così, fresco di aneddoti e sotterfugi, ha ricordato e raccontato la sua esperienza nel campo, come un professore dinanzi a un pubblico di novellini.  

Nel suo intervento, dulcis in fundo – e forse non troppo in fondo -,  la spiegazione della gestione del controllo di situazioni di panico e crisi. Roba da non credere! Eppure l’astuto Schettino, rigirando la frittata a suo favore, ha fatto della sua testimonianza un’indispensabile esempio di coraggio e di virtù. Peccato, però, che si sia trattata solo di un’aula universitaria! Infatti, quasi come uno spietato Achab e un moderno Jim, protagonisti indiscussi della letteratura marinara da Melville a Conrad, l’ex comandante, che ha fatto inginocchiare la Concordia, è diventato l’eroico personaggio che ha sfidato le insidie del mare per condurre il suo equipaggio in imprese impossibili. E sappiamo tutti quali sono state le tragiche conseguenze dei suoi sogni di gloria. Nonostante questo la Sapienza gli ha anche rilasciato un riconoscimento accademico. Le solite cose all’italiana.