Pompei: un patrimonio dilapidato tra crolli, furti e ritardi – di Alessandro Bottone

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POMPEI (NA) – Non solo crolli. Ora, a Pompei, anche furti. Gli scavi della città vesuviana sono i monumenti più visitati al mondo.  Si potrebbe partire da questo semplice dato per sottolineare l’importanza del sito archeologico campano per il turismo internazionale, ma anche per la conservazione di reperti storici con i quali è stato possibile ricostruire la vita dei nostri antenati.

Nell’ultimo decennio, molte delle centinaia di strutture degli scavi di Pompei hanno subito una serie di cedimenti, parecchi dei quali dovuti alla mancanza di manutenzione – ordinaria e straordinaria – e, dunque, all’incuria da parte della Soprintendenza, il cui budget è stato spesso oggetto di cintinui tagli dovuti al contenimento della spesa. Quindi meno soldi da utilizzare, meno manutenzione, più crolli. Cedimenti come quelli verificatisi negli ultimi mesi, spesso causati da infiltrazioni d’acqua durante le piogge invernali. Ma non solo.

La notizia degli ultimi giorni non riguarda un cedimento, come detto, ma un furto. Si tratta di un frammento di circa venti centimetri di diametro in cui compare la figura di Artemide. L’affresco è stato rubato all’interno della Domus di Nettuno, già normalmente chiusa al pubblico, e non videosorvegliata. Il furto è stato scoperto lo scorso 12 Marzo da un custode durante un controllo.

Due le indagini aperte sul caso. Una interna, della Soprintendenza. Le altre, invece, nelle mani dei Carabinieri così come richiesto dalla Procura di Torre Annunziata. Si è appurato che l’affresco sia stato tagliato con un oggetto metallico: probabilmente un cacciavite o un temperino. Ad agire, secondo una prima ricostruzione, sarebbe stata una mano esterna. L’affresco, infatti, non è stato mai curato dai lavori già in esecuzione in altre parti dell’area archeologica di Pompei. Dunque, un furto avvenuto durante l’orario di visita, visto che non è mai stata rilevata alcuna violazione notturna dell’area. In tanti stigmatizzano il regolamento che prevede la possibilità per i turisti di entrare con zaini e borsoni.

A sorvegliare sui quasi 800mila metri quadrati degli scavi di Pompei ci sono centottanta telecamere di sorveglianza e 138 custodi divisi su cinque turni. Tutto il perimetro è controllato, insieme a diversi punti esterni. Esistono anche rilevatori a raggi infrarossi. Nessuno di questi strumenti ha segnalato anomalie negli ultimi mesi. Strumenti collegati anche alla centrale della Polizia. Le immagini delle telecamere sono ora al vaglio degli inquirenti per evidenziare qualsiasi elemento utile alle indagini. Si pensa anche a un furto su commissione, per vendere il frammento sul mercato nero. Maggiore moderazione a sottolineare la presenza della criminalità organizzata su quanto avvenuto.

L’area è, ora, inaccessibile. Altre sono, invece, oggetto dei lavori così come voluto dal ‘Grande progetto Pompei’ con il quale sono stati investiti oltre sei milioni di euro. Per la sicurezza del sito archeologico, invece, saranno utilizzate le risorse messe a disposizione del progetto ‘Sicurezza per lo sviluppo-obiettivo convergenza 2007-2013’ per potenziale soprattutto la videosorveglianza.