Siamo giunti al momento chiave per una obbligatoria chiarezza sul futuro dell’Irpinia e del Sannio.
Molti gli strumenti attivati e molti i musicisti pronti a suonarli, spesso soltanto per ricadute elettorali se non per consumare, guardando bene dietro le quinte, qualche vendetta politica. La vicenda della Piattaforma Logistica ne rappresenta un elemento importante, capace di tracciare una preoccupante curva su un diagramma che già presenta tanti punti discendenti. Per anni si è indicata l’ubicazione di questa piattaforma logistica in Valle Ufita. Una scelta che ha seppellito un altro progetto, nato e fatto morire in Alta Irpinia, che aveva avanzato soluzioni diverse in merito ad una azione importante come gli Accordi di Reciprocità.
Invece, oggi, si assiste con occhi sgranati a posizioni politiche nuove, se non sconvolgenti, che indicano la realizzazione della Piattaforma Logistica a Benevento. La Regione Campania torna ad essere ballerina su questo argomento e con rappresentanti regionali di governo, che sembrano aver ottenuto le stimmate politiche, si permettono di fare e disfare programmazioni già avviate. Quando il presidente della Giunta regionale afferma che ci deve essere una sana competizione tra Irpinia e Sannio si percepisce un segnale pericoloso che stride con tutte le direttrici disegnate tra queste due terre e della possibilità, molto seria, di creare una vera e propria Area Vasta tra Avellino e Benevento.
Qualche mese fa il segnale in tale direzione ha interessato la sanità, qualche settimana fa i trasporti, e nei giorni scorsi si è accennato ad un collegio elettorale unico per le regionali 2015 tra Sannio e Irpinia. Le reazioni ci saranno, come del resto ogni novità porta in dote, ma l’inizio di questo nuovo ragionamento non può essere rimandato. Inutile appiccare fuochi tra i due territori. A guardarli bene e a scorrere dati e statistiche si rischia in entrambi i casi di registrare risultati negativi. Quindi, si prenda coraggio nell’avviare un vero e proprio cambiamento che passi anche attraverso una sana competizione generazionale.
Non è l’appello all’applicazione della teoria del giovanilismo ma un invito, in particolare alle nuove generazioni, a misurarsi sulle idee, sulle azioni, sulla creazione di opportunità utili a dare ossigeno ad un presente ormai cianotico e ad un futuro che rischia di allontanarsi sempre di più. Qualcuno potrebbe dire che passare dalle parole ai fatti è cosa difficile. Capisco ma non condivido. C’è un solo metodo per verificarne l’efficacia: mettersi alla prova. Giocare una strategia di attacco, abbandonando quel gioco di rimessa che nel tempo ci ha portato soltanto a chiuderci in difesa e sperare in qualche goleador. Qui, oggi, abbiamo bisogno di un gioco di squadra.
– dal quindicinale IrpiniaSannio FreePress –