LACEDONIA – Il fenomeno, perché è così che ora lo si può definire, “Sei di Lacedonia se…” è diventato davvero il padre di tutti i tormentoni che in questi giorni impazziscono su Facebook e che, come ha ben detto Elisa Giammarino nel suo bell’articolo, forse saranno destinati a finire miseramente nell’oblio più totale.
Questo di Lacedonia, tuttavia, ha davvero assunto proporzioni gigantesche e, comunque vada, è servito a far “ritrovare” intere generazioni, a ricomporre rapidamente quell’humus socio-culturale fatto di tradizioni, valori, folclore, personaggi, storie, sapori, che tanti lacedoniesi si portiamo dentro. Ricordi “antichi quanto preziosi” da troppo tempo lasciati chiusi nella valigia di chi è stato costretto a fare i conti con altri mondi, altre realtà, altri modi di vivere talvolta così lontani da quel lembo di terra che è Lacedonia: Un paese che non è Campania e neanche Puglia, che non ha mare e non ha montagne, non ha laghi e non ha terme e che poche ricchezze ha potuto dare alla sua gente; quella stessa gente che con quella valigia chiusa, nella quale c’è tutta la propria identità culturale e la memoria storica, è stata obbligata ad emigrare!
Non è un caso, infatti, che fortissima è stata la partecipazione a questo gruppo di quanti, da anni o da poco, vivono altrove, sparsi nel mondo – e lo dico senza retorica – con la fierezza e la dignità “della gente r’ Cerogn’”.
“se sei di Lacedonia si semp r’ cerogn’”, ha scritto qualcuno sulla bacheca del Gruppo, anche se vivi a Parma, a Lugano o a Milano; o come qualcun altro che non ha disdegnato di “pubblicare” tutta la sua emozione quando, dopo un viaggio lunghissimo, finalmente gli si apre il cuore nel ritrovare il cartello LACEDONIA.
Quanta amarezza quando ho letto che “se sei di Lacedonia t n’è sci” e quanta emozione nel leggere che “se sei di Lacedonia se …aspetti le Feste e il mese di Agosto per rivedere un po’ di gente”. In questi giorni non ho fatto che leggere ogni passo di quei post che segnano il ritorno alla fierezza di un’appartenenza che da tempo, onestamente, io stessa non avvertivo.
Ho rivisto, e con piacere, seppure virtualmente, persone che non vedevo da anni e che il brulichio di gente di quei pochi giorni d’agosto non ti consente di riconoscere. “sei di Lacedonia se…” è stata l’occasione per rievocare luoghi, personaggi, colori, sapori, odori di fatto ancora intatti nella memoria collettiva. E lo ha dimostrato il fatto che è bastata una miccia nel social network per scatenare in noi tutti, in chi è fuori e in chi è rimasto, la voglia di contribuire a ricostruire, quasi in una sorta di gara, un’identità solo superficialmente appannata e tutti abbiamo riso con delle espressioni ormai desuete, ci siamo commossi rievocando personaggi e storie, rivedendo qualche bellissima foto della nostra e solo nostra Madonnina Delle Grazie e delle nostre viuzze del centro storico ricoperte di neve .
Quanti ricordi … e allora ben venga il tormentone se sarà servito a suscitare tutto questo!