Negli ultimi mesi riuscire a mantenere l’ordine nella Casa circondariale di Avellino e nel resto dei carceri del territorio è diventato davvero difficile. Si sono verificati numerosi spiacevoli episodi, dalle risse tra i detenuti alle aggressioni alle forze dell’ordine. Ieri si è poi appresa la notizia del “quasi suicidio” con la candeggina di una donna nel carcere di Lauro, di cui si apprende, per fortuna, che sia fuori pericolo.
Il suo gesto però è stato un campanello d’allarme per chi è ai vertici. Questo episodio ripropone la drammaticità della condizione che si vive negli istituti penitenziari. Il garante dei detenuti, Carlo Mele, si è espresso a proposito, chiedendo una maggiore attenzione, soprattutto nel periodo estivo dove queste circostanze si verificano più spesso, e dove la malattia mentale rischia di prendere il sopravvento.
All’Icam di Lauro sono nove le detenute, tra italiane e straniere, con 10 figli al seguito. In merito a questo si esprime in tale modo: “Il carcere, per quanto possa essere bello e colorato, è pur sempre un carcere. I bambini non devono stare in carcere in un paese civile, è inaccettabile. Devono vivere la loro età nella normalità”.