Bari – Benevento, Massimiliano Tangorra presenta la sfida

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Lunga la lista degli ex di Bari-Benevento, e tra i calciatori che hanno vestito entrambe le maglie è presente anche Massimiliano Tangorra. Il difensore è approdato nel Sannio nel 2005, poche settimane dopo il fallimento dello Sporting Benevento, da cui nacque il Benevento Calcio. Tangorra, quindi, è stato uno dei calciatori del club guidati dal duo Tescari-Napolitano, per poi passare alla famiglia Vigorito.

Tangorra ha parlato della sfida imminente, che lo porterà di fronte proprio alla sua ex squadra, sottolineando le caratteristiche del Bari che potrebbero mettere in difficoltà i sanniti:

“Si affronteranno due squadre che hanno obiettivi diversi. La sosta avrà fatto sicuramente bene a entrambe. Il Bari è reduce da due prestazioni non affatto brillanti, mentre il Benevento ha avuto una settimana in più per lavorare con il nuovo allenatore. Stellone non è partito dall’inizio, quindi la pausa ha permesso di lavorare su determinati aspetti, permettendogli di conoscere meglio la squadra. Oltre a questo, sicuramente ci saranno stati dei giovamenti anche a livello fisico, con qualche calciatore che ha avuto modo di recuperare la condizione. Non mi aspettavo un Benevento in queste condizioni. La rosa ha qualità, poi alle spalle c’è una struttura societaria importante. Dopo la retrocessione ci poteva stare un’annata di assestamento, ma poi non ti aspetteresti mai di vedere una realtà del genere in piena lotta per non retrocedere”.

“Il Benevento dovrà temere la forza del gruppo del Bari. Questa caratteristica ha permesso alla squadra di sopperire a qualche altro limite. Il gruppo è solido, viene da un lungo lavoro fatto con Mignani e questo favorisce sicuramente la crescita sia in termini tecnici che in quelli caratteriali dell’intera squadra. Quando si sta insieme da tempo si rafforzano le alchimie e la coesione, rispetto magari a una squadra che ha calciatori forti ma che non presenta una forza del gruppo importante. Poi c’è Cheddira che rappresenta una spina nel fianco per tutte le difese: è un calciatore che fa la differenza”. 

“Il mio rammarico è quello di non aver proseguito il rapporto da calciatore. Ricordo una proprietà che sin da subito aveva mostrato di avere idee chiare, serietà e ambizione. Su questo devo dire che c’era unità di intenti e comunione di valori. Ci siamo lasciati in modo molto cordiale. Ciro Vigorito mi propose di appendere le scarpette al chiodo per intraprendere la strada dirigenziale, ma in quel momento non me la sentii: volevo continuare a giocare. Rimane il ricordo di una famiglia molto seria e professionale, aspetti che ha dimostrato anche in altri ambiti”.

“La lotta salvezza sarà molto combattuta e indecifrabile fino all’ultimo minuto. Rispetto al passato, rischiano di retrocedere squadre con un certo blasone come Venezia, Perugia, Benevento, Spal e Brescia. Al di là di come finirà, sarà una perdita importante per la categoria perché sono piazze che storicamente sono sempre state protagoniste”.