Che ne sarà di noi? Al via i test d’ingresso alle facoltà a numero chiuso

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Sospiro di sollievo per i 60 mila studenti e più che ieri hanno archiviato, tra non poche polemiche e perplessità, il tanto temuto test di Medicina. Quel che è fatto è fatto, si ripeteranno, e volenti o nolenti si sono ormai lasciati alle spalle l’opportunità, l’unica di questo 2014, di accedere agli atenei pubblici. Ebbene sì, proprio l’unica, perché quest’anno i test di ammissione alle facoltà a numero programmato delle università statali sono stati anticipati in primavera, questa primavera, disorientando così studenti già disorientati di per sé, presi da mille cose da fare e assorbiti da uno “studio matto e disperatissimo” per inseguire, magari, un sogno dopo il diploma. Scompiglio e confusione l’hanno fatta da padrona nella giornata di ieri e, ancor di più, nei mesi precedenti quando sono state comunicate le date dei test. E i risultati si sono subito visti: si è messo in gioco un numero nettamente inferiore rispetto allo scorso anno, facendo di conseguenza aumentare le probabilità d’ingresso.

Non tutti i mali vengono per nuocere, potremmo allora pensare. In realtà ciò fa riflettere su un altro aspetto e di sicuro poco felice. Una prova simile ha comportato per il maturando ligio al dovere uno studio doppio, un impegno senza precedenti, un “tour de force” epico e  evidentemente il tutto è stato avvalorato dal fatto che si è dato per scontato che, in una qualsiasi giornata di quasi metà aprile, a una settimana esatta dalle vacanze pasquali e a due mesi dalla maturità, esso sappesse già cosa fare da grande e avesse le idee chiare sul suo futuro… prossimo. Considerazione errata e tempistica fuori luogo per ragazzi che a stento si impegnano seriamente nella vita scolastica, le quali non hanno fatto altro che incrementare il loro caos, i loro timori e le loro difficoltà.

Così dopo questo primo “assaggio” del mondo universitario, che lascia dietro di sé un retrogusto niente affatto piacevole, per tutti gli aspiranti medici si ritorna tra i banchi di scuola tra la delusione e la speranza, mentre oggi sarà la volta di Veterinaria e domani di Architettura.

Cambiano le modalità, le date e gli argomenti ogni anno e da facoltà a facoltà, ma la domanda di fondo rimane sempre la stessa, cruccio del post-maturità di tutti gli studenti: ”Che ne sarà di noi”? Mai tanto azzeccato fu il titolo della commedia del 2004 di Veronesi.