Ddl Delrio, rischio scivolone: il governo pone la fiducia al Senato

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ROMA – A spiegare il filo del rasoio su cui si sta reggendo la maggioranza può essere tranquillamente il messaggio che Paolo Romani, capogruppo di Forza Italia a Palazzo madama, ha inviato ai diciassette senatori che ieri si sono assentati.

“Abbiamo perso una enorme occasione” per assestare un colpo durissimo al governo Renzi, ha scritto Romani. Il provvedimento il questione era il ddl Delrio sull’abolizione delle Province, di cui proprio ieri in Senato si votava la pregiudiziale di costituzionalità, presentata dal M5S. Il risultato risicato (115 sì e 112 no, più un astenuto), la dice lunga sulla divisione all’interno della maggioranza, che si è retta sui voti di Pierferdinando Casini e Paola Merloni. I due senatori dell’Udc, infatti, non hanno seguito le azioni di Mario Mauro (e di altri componenti di Per l’italia), che già in Commissione Affari costituzionali aveva fatto pesare la propria assenza.

Dunque, pesano come un macigno, per la tenuta del governo, i diciassette senatori di Forza Italia che si sono assentati nella votazione. Proprio per questo, il governo ha comunicato, attraverso la ministra delle Riforme e dei Rapporti con il Parlamento Maria Elena Boschi, di avero posto la questione di fiducia sul ddl Delrio: verranno così aggirati i tremila rischi (tanti quanti sono gli emendamenti presentati) che potrebbero palesarsi sul cammino che porta all’approvazione del provvedimento.