Pensavano di avere organizzato bene la cosa, ma sono incappati nelle pattuglie della Polizia di Vittoria che ha tratto in arresto due maggiorenni e denunciato alla Procura della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni di Catania due minorenni.
L’arresto è avvenuto sabato pomeriggio, ma tutta la vicenda era già iniziata la notte precedente.
Sabato mattina un vittoriese di 50 anni denunciava presso il Commissariato di Vittoria di avere subito nel corso della notte il furto del ciclomotore in uso al figlio. Lo scooter era custodito in garage, ma senza provocare danni, la saracinesca, era stata aperta ed era stato trafugato il veicolo. Il giovane utilizzatore, al mattino aveva cercato di prelevare il mezzo e si era accorto che gli era stato rubato.
Il papà del ragazzo quindi si era recato presso gli Uffici di Polizia per denunciare il furto, sperando che l’attività di ricerca potesse consentire di rinvenirlo.
Le indagini della Polizia sono scattate immediatamente e le pattuglie nel corso della mattina e del primo pomeriggio hanno effettuato ricerche e sono passati anche dal luogo del furto per capire bene come fosse andata esattamente la dinamica e ricercare eventuali tracce lasciate dai malviventi.
Durante il passaggio dal luogo del furto i poliziotti hanno però notato un movimento strano. Due ragazzi, molto giovani, dall’atteggiamento circospetto, erano alla porta della vittima del furto. Quella presenza ha insospettito gli Agenti che hanno pensato subito al cosiddetto fenomeno del “cavallo di ritorno”.
Quindi hanno convocato il denunciate del mattino presso gli Uffici del Commissariato dove l’uomo è stato invitato a riferire circa l’argomento oggetto di discussione tra lui e i due giovani; si è mostrato subito imbarazzato ed a disagio, ha cercato di avanzare alcune spiegazioni banali, ma poi, pressato dai poliziotti ha dichiarato che i due ragazzini gli si erano presentati dicendo che erano in possesso di informazioni da comunicargli in merito al ciclomotore che nottetempo era stato trafugato al figlio.
I due ragazzi gli avevano raccontato un’improbabile storia; che il giorno prima a tarda sera in Piazza Cesare De Bus, avevano notato un extracomunitario spingere un ciclomotore che avevano riconosciuto essere quello del figlio e che, uno di loro due, aveva un cugino abbastanza rispettato nell’ambiente malavitoso, il quale poteva fargli recuperare il ciclomotore dietro il pagamento di una somma di denaro, ma se non gli avesse dato 250 euro il tunisino non gli avrebbe più fatto rivedere il ciclomotore, arrecandogli cosi un danno economico non indifferente.
La vittima capendo immediatamente il loro fine ed avendo paura che se non fosse stato remissivo non avrebbe più rivisto il ciclomotore sottrattogli, tentava di assecondarli accettando il pagamento della tangente finalizzata alla restituzione della refurtiva ma proponeva loro però di accontentarsi di € 50,00, come “ringraziamento” per il loro interessamento. Dopo diverse trattative e diverse volte in cui i due ragazzini si allontanavano per tornare dopo alcuni minuti, si accordavano per la cifra di € 120,00 che doveva ancora essere consegnata.
La Polizia predisponeva immediatamente un servizio operativo in campo, mentre la vittima era rimandata a casa con l’intesa che appena fosse stato contattato dagli estortori avrebbe chiamato il 113. Infatti dopo alcune decine di minuti giungeva la chiamata. Era stato contattato dagli estortori i quali gli avevano fissato un incontro in piazza DE BUS, dove dopo la consegna del denaro sarebbe rientrato in possesso del ciclomotore.
Le pattuglie disposte in piazza DE BUS notavano sopraggiungere la vittima ed il figlio mentre i due giovani arrivavano con una Peugeot 206 condotta condotta da un noto pregiudicato, TUMMINO Domenico, vittoriese classe ‘93, con a bordo anche AMODEI Francesco, vittoriese classe ’96 con piccoli pregiudizi, entrambi molto noti agli agenti.
I poliziotti constatavano così le fasi di ulteriore contrattazione e la consegna delle banconote. Poi ancora fasi molto concitate di spostamenti vari, sempre attentamente seguiti e il ciclomotore che veniva prelevato dall’interno di un rudere sito in c.da “terre pupi” ed il rapido allontanarsi di tutti.
Le fasi successive sono state molto articolate. I giovani che avevano ricevuto il denaro lo hanno consegnato ai due maggiorenni. Tutti si sono allontanati per direzioni diverse.
Le banconote, una da 100 ed una da 20 euro non sono state trovate subito. Solo dopo avere controllato TUMMINO ed avergli comunicato la necessità di effettuare una perquisizione domiciliare, si è avuta un’escalation di insofferenza di quest’ultimo che ha fatto capire agli agenti che il denaro poteva essere proprio lì.
Infatti presso l’abitazione di TUMMINO, questi si recava inizialmente nella sua stanza, sita al piano superiore, subito dopo, approfittando del fatto che il personale impegnato stava perquisendo, si precipitava al piano sottostante dove andava a prelevare delle banconote riposte all’interno di un armadietto sito all’interno del soggiorno adibito a camera da letto. Immediatamente bloccato gli si rinvenivano tra le mani due banconote di cui una di € 100,00 e l’altra di € 20,00 che, da un confronto con quelle consegnate dalla vittima, che erano state fotocopiate precedentemente, davano una corrispondenza certa circa il numero seriale. Alla luce di quanto sopra esposto i soggetti venivano accompagnati presso il Commissariato di Polizia.
I minorenni, in presenza dei genitori, si rendevano disponibili a raccontare tutti i fatti ed è dal loro racconto che si è appreso come TUMMINO Domenico e AMODEI Francesco, dopo aver loro confidato di aver rubato uno scooter, gli proponevano di prendere contatti con il proprietario che avevano riconosciuto grazie alla fotografia su un documento custodito nel ciclomotore e di “invitarlo” a pagare un riscatto per riottenerne il possesso.
Alla luce delle evenienze investigative TUMMINO Domenico ed AMODEI Francesco venivano tratti in arresto in quanto ritenuti responsabili dei reati di tentata estorsione e ricettazione in concorso. I due minori, L. K. e G. C. invece sono stati denunciati in stato di libertà alla Procura della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni di Catania
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Comunicato Stampa